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02 febbraio 2014

Ossimoro.....

Nella figura retorica chiamata ossimoro, si applica ad una parola un aggettivo che sembra contraddirla; cosi' gli gnostici parlavano di una luce oscura; gli alchimisti di un sole nero"

Jorge Luis Borges


esclusivamente per tutti
un vuoto da disperdere
un equilibrio instabile
ammanettato dalla liberta'
incoraggiare ad arrendersi
i confini del cielo
sono piena di vuoti
presto sarà tardi
grido silenzioso
amara dolcezza
ghiaccio bollente
guerra per la pace
bomba intelligente


“Mi hai lasciato avvolto nel vuoto di una morte romantica,
poi l'addio freddo nel fuoco gettò i nostri sogni e me vinto...in un vento spinto….”
                                     
                                                                     (Baldo Bruno)


26 gennaio 2014

Oggi è un giorno diverso.....


Oggi, sotto questi splendidi raggi di sole, tutto è illuminato, non ci sono ombre;

Oggi mi sono accorta di come i miei pensieri si fossero arrugginiti;

Oggi ho la vaga sensazione di aver spezzato un incantesimo;

Oggi la luce illumina senza far differenze;

Oggi in realtà non è cambiato nulla ma una sensazione delicata e leggera mi pervade, le piccole gioie, come quando da bambina correvo senza un perché,  correvo e basta.

Oggi, nonostante tutto quello che mi è accaduto nella vita, sono qui a godermi questa splendida luce e  quel senso di oppressione denso come il miele scuro, si scioglie…

Oggi gli occhi si sgranano e dentro deve entrare tutta la luce, sono disposta ad aspettare per l’eternità purchè tutta la luce sia entrata;

Oggi ho l’impressione di essere stata ricompensata per tutto quello che ho fatto e ne sono felice;

Oggi non sento né euforia né tristezza, solo un sentimento forte ma neutrale;


Oggi le cose sono semplici, oggi è un giorno diverso.

22 gennaio 2014

Cose che sfiniscono....

Stillicidi, ...
  • Le attese grandi e piccole
  • I silenzi che durano giorni.
  • I musi lunghi.
  • La sigaretta.
  • Il rumore in generale.
  • Il cellulare che suona quando dovrebbe essere spento.
  • La gente che parla al cinema.
  • La musica disco sparata a mille in piscina.
  • La radio al mare.
  • Quando non trovo le cose e dimentico il portafoglio a casa.
  • Incontrare amici e famiglia alle feste e che ti guardano con compatimento.
  • Le telefonate dell'amica che parla sempre di lei e dei suoi successi e non ti chiede.
  • I tacchi 14 cm e chi li porta dicendo che sono comodissimi.
  • Le telefonate commerciali e dei testimoni di Geova (oggi ad esempio).
  • Il non voler trattare male gli operatori dei call center ma alla fine li tratti male.
  • Le dimenticanze continue degli altri su di te.
  • Non avere qualcuno che ti aspetti.
  • Tutto quello che non riesco a realizzare.
  • La mancanza di umorismo.
  • L'insoddisfazione .
  • La maldicenza.
  • L'eccessivo puntualizzare.
  • Le troppe domande.
  • Le poche domande.
  • La sensazione di perdere tempo
  • Le persone noiose.
  • Gli stronzi.
  • Le stronze.
  • Le suore mancate.
  • I sorrisi falsi.
  • L'ipocrisia
  • I razzisti
  • La paura
  • I forti coi deboli e i deboli coi forti.
  • Chi non ama, non sa cosa vuol dire e non vuole saperlo.
Le frasi:
  • Lascia perdere.
  • Non serve.
  • Cosa lo fai a fare tanto non cambia nulla.
  • Tanto fanno tutti così. 
  • Ad essere onesti non ci guadagni nulla.
  • Vabbè per una volta.
  • Ma anche no.
  • Quanto cuba.
  • Guarda che ti conviene.
  • Tutti hanno un secondo fine per cercarti..................



ispirato da  G. Gherzi

10 gennaio 2014

A volte bisogna mollare....


A volte  bisogna fermarsi e ricentrarsi.

Quando intorno il tuo spazio è occupato da gente che pensa meschinità, immagina meschinità, discute di meschinità come se stessero risolvendo la fame nel mondo……...bisogna fermarsi ed allontanarle.
Loro occupano il tempo preparando il terreno per quella sarabanda di accuse, scuse, recriminazioni e ricatti senza fine, contro tutto e tutti, del resto sono gli unici argomenti di conversazione, per i prossimi decenni, quelli che li separano dalla morte. L’importante è avercela con qualcuno, un vicino che non lava le scale, un cane che perde i peli, uno che non spegne la luce nelle stanza, e via così. La creazione di un nemico comune è fondamentale per dare un senso alla loro vita. Senza nemico che campiamo a fare? E’ tutto falso movimento per tenersi la mente e le giornate occupate dall’odio e dalla rabbia.

E poi ..e poi ci sono quelli che vivono senza gusto, quelli che gli basta aprirsi una scatoletta di tonno scelta a caso sullo scaffale del supermercato che mangiano da soli, in una cucina color verde citrino, al buio, in piedi, davanti alla porta di un frigorifero aperto , rigorosamente vuoto. Una carota avvizzita ed una costa di sedano “maron” a fargli compagnia.
Quelli che non partecipano, che non vivono, che fanno i guardoni, quelli che per paura di dire la loro opinione, di diventare “il  nemico”di quelli di cui sopra, decidono di diventare trasparenti, di attraversare la vita da morti.

Non ci si può curar di loro, non sono salvabili e non vogliono essere salvati.

Bisogna invece salvarsi, semplicemente salvarsi, scrollandosi di dosso tutto, con un movimento scuotente così come fanno i cani quando escono dall’acqua. Sparano via le gocce in eccesso ed aspettano di asciugarsi…..

Raccogliere i cocci della propria vita e farne tesoro, il dolore si attraversa, la sofferenza si sceglie.

A volte ci si ferma per tentare di salvare qualcuno, nella speranza di riuscirci, ma nella maggior parte delle volte si perde tempo…. Inutile domandarsi il perché di tanta miopia, vergognarsi per aver provato, si sbaglia……punto, il senso lo si capisce dopo, più avanti ed allora tutto sarà più chiaro ed avrà un significato.

Ora no.

Ora bisogna mollare, mollare, mollare e chissenefrega!




07 gennaio 2014

Il mio augurio!

Vedere il mondo, raggiungere mete pericolose, guardare oltre i muri, avvicinarsi, trovarsi l'un l'altro e sentirsi, questo è lo scopo della vita!"

E’ questa la frase portante che regge tutto il film di Ben Stiller “I sogni segreti di Walter Mitty” e forse a pensarci bene dovrebbe essere il motto fondante per tutti, almeno per me lo è…Sicuramente per tutti quelli che hanno in tasca un quaderno di viaggio ma non sono mai partiti, per tutti quelli che non si manifestano nel mondo perché hanno paura e si trincerano dietro una sequela infinita di ma e di se…per tutti quelli che si nascondono dietro un social network pensando che altrimenti non sarebbero interessanti e da questo virtuale spazio, si inventano una vita che vorrebbero avere ma che non hanno, per tutti quelli che hanno paura di entrare in contatto davvero con l’altro..perchè toccarsi e sentirsi…è pura emozione e si sa..le emozioni fanno sentire vivi…
E’ un motto che pensarlo risveglia la magia che c’è dentro ciascuno di noi, è illuminante nella sua semplicità, fa bene al cuore ed allo spirito…ed ogni mattina…va ripetuto come un mantra sino a che il miracolo finalmente…si possa compiere…
  innamoratevi quindi di quello che volete purchè il vostro spirito sia sempre in uno stato di esaltazione così che la vita ordinaria che ci circonda abbia in voi del materiale esplosivo”
Che sia davvero un buon anno per tutti......


29 dicembre 2013

la luce che c'è dentro le persone....


Platone ha scritto: "Possiamo perdonare un bambino che ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando gli uomini hanno paura della luce".

La luce che c'è dentro le persone.
.....Mi è capitato di pensare a lungo alla luce. Poichè il tempo non mi mancava, mi concentravo su un argomento, e ci riflettevo ponendomi infinite domande........Mi resi conto che se anzichè considerare i gusti e le ossessioni individuali, come qualcosa di morboso, si provava a esplorarli, le tensioni gradualmente si scioglievano, e fu così che smisi di vergognarmi di quelle mie oziosi riflessioni.
E all'improvviso il mondo si è dilatato, assumendo una tinta rosata.
Il mondo in cui vivevo normalmente era colorato di rosa, spazioso, profondo, arioso, ricco di cose che si espandevano e si stringevano con energia vertiginosa.
A contatto con gli altri, questo spazio si faceva più stretto, ma siccome potevo subito ritornare nel mio mondo, non mi pesava.....
Nei libri illustrati che leggevo da piccola, le luci che si intravedevano da lontano erano sempre un simbolo di calore.
Lo erano le luci avvistate da qualcuno che si era perso lungo un sentiero di montagna, e quelle di una casa piena di rumori e di voci, che risvegliavano un'improvvisa nostalgia in un uomo che vagava tutto solo.
Naturalmente in molti racconti la storia prende poi una piega imprevista e possono accadere fatti spaventosi. Ma la sensazione che si prova nel vedere una luce è universale. E' una sensazione di calore eterno, comune a tutti i paesi del mondo.
............".Però nei libri è sempre scritto così, ci sono tante scene dove le persone sole vedendo delle finestre illuminate di notte si sentono stringere il cuore. E poi in realtà quando viene la sera e si fa buio e uno torna a casa, se vede la luce accesa si tranquillizza" ."Le luci quando ci sono delle persone che vivono, danno una sensazione di calore no?"
Makoto meditò per un pò, quindi disse:
"No, secondo me è la luce che c'è dentro le persone nelle case che dà una sensazione di allegria e di calore perchè si riflette fuori. Infatti spesso ci si sente tristi anche quando le luci sono accese".
"Le persone hanno una luce?"
"La presenza umana manda luce, sicuramente. Perciò uno la guarda con desiderio, e gli viene voglia di tornare a casa".
Infatti a pensarci, nei modelli di case da esposizione, anche se ci sono tutte le luci accese, non si sente niente, mi convinsi facilmente....

B. Yoshimoto

Nelle situazioni in cui ti fermi a guardare la paura in faccia acquisti forza, coraggio e fiducia. Devi fare le cose che credi di non poter fare.............

23 dicembre 2013

Ah! Che buona questa zuppa..Che buono questo vino!!



Ci sono persone che non riescono a nascere, rimangono piccoli feti, abbozzi, stanno lì, si fanno nutrire, ingurgitano tutto quello che gli arriva, galleggiano nel liquido amniotico della vita, non sanno fare altro, ma giunge un momento per tutti, che è quello di iniziare a vivere per davvero, nutrirsi da soli, camminare, parlare, muoversi, pensare, sentire, soffrire, lottare, arrabbiarsi, amare, provare piacere...se non lo fai...muori......se non lo fai............vivi le gioie degli altri, i dolori degli altri, gli amori degli altri....vivi la vita degli altri......

Io ho iniziato a vivere subito....sempre...tanto...ed ora sono qui e mangio, assaporo una zuppa calda che  mi riscalda il cuore e centellino un bicchiere di vino, intenso, come la vita appunto, sapore di stagione matura, di dolci colline e morbide distese, il profumo fragrante dei fiori e dei frutti. Sapiente e ferma solidità radicata, che rassicura gli animi inquieti ed inonda di sole ...e di colore...il sorso della vita, incredibile e sorprendente, gioiosa pienezza compiuta, fusione ed armonia, saporosa trascendenza del divenire della vita...

Ah! Che buona questa zuppa, che buono questo vino!

11 dicembre 2013

Ai piaceri della tavola...e non solo...

I cinquant'anni sono come

L'ultima ora del pomeriggio,

quando il sole tramontato

ci dispone spontaneamente alla riflessione.

Nel mio caso, tuttavia,

il crepuscolo mi induce al peccato.

Forse per questo,

arrivata alla cinquantina,

medito sul mio rapporto

con il cibo e l'erotismo,

le debolezze della carne,

che più mi tentano,

anche se, a ben guardare, non sono quelle

che più ho praticato.

 Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l'amore che ho lasciato correre per occuparmi di lavoro in sospeso o per virtù puritana. Passeggiando per i giardini della memoria, scopro che i miei ricordi sono associati ai sensi. Mia zia Teresa, quella che si trasformò lentamente in angelo e che quando morì aveva germogli di ali sulle spalle, è legata per sempre all'odore delle pastiglie alla violetta. Quando quell'incantevole signora faceva capolino per una visita, con il vestito grigio illuminato con discrezione da un colletto di pizzo e il capo regale incorniciato dalla neve, noi bambini le correvamo incontro e lei apriva con gesti rituali la sua vecchia borsetta, sempre la stessa, estraeva una scatoletta di latta dipinta e ci dava una caramella color malva. E da allora, ogni volta che l'aroma inconfondibile di violette si insinua nell'aria, la mia anima ritrova intatta l'immagine di quella santa zia, che rubava i fiori dai giardini degli altri per portarli ai moribondi dell'ospizio. Quarant'anni dopo ho scoperto che quello era l'emblema di Giuseppina Bonaparte, che si affidava ciecamente al potere afrodisiaco di quel fuggevole aroma che assale all'improvviso con un'intensità quasi nauseabonda, per sparire senza lasciare traccia e tornare immediatamente con rinnovato ardore. Le cortigiane dell'antica Grecia lo usavano prima di ogni incontro galante per profumarsi l'alito e le zone erogene, perché mescolato all'odore naturale della traspirazione e delle secrezioni femminili mitiga la malinconia dei più vecchi e scuote in modo irresistibile lo spirito dei giovani. Nel tantra, la filosofia mistica e spirituale che esalta l'unione tra gli opposti a tutti i livelli, da quello cosmico al più infimo, e nella quale l'uomo e la donna sono specchi di energie divine, il colore della violetta è quello della sessualità femminile e per questo motivo alcuni movimenti femministi l'hanno fatto proprio.

 L'odore penetrante dello iodio non mi evoca immagini di ferite o interventi chirurgici, bensì di ricci, strane creature marine irrimediabilmente legate alla mia iniziazione al mistero dei sensi. Avevo otto anni quando la ruvida mano di un pescatore mi mise in bocca un'ovaia di riccio. Quando torno in Cile, cerco sempre di trovare il tempo di andare sulla costa ad assaggiare di nuovi i ricci appena strappati al mare, e ogni volta mi assale lo stesso miscuglio di terrore e fascinazione che ho provato durante quel primo incontro intimo con un uomo. Per me i ricci sono inseparabili da quel pescatore, la borsa scura di frutti di mare che gocciola acqua e il mio risveglio alla sensualità. Gli uomini che sono passati dalla mia vita - non voglio vantarmi, non sono molti - li ricordo così, alcuni per la qualità della loro pelle, altri per il sapore dei loro baci, l'odore dei loro indumenti o il tono dei loro sussurri, e quasi tutti sono associati a un alimento particolare. Il piacere carnale più intenso, goduto senza fretta in un letto disordinato e clandestino, combinazione perfetta di carezze, risate e giochi della mente, sa di baguette, prosciutto, formaggio francese e vino del Reno. Ognuno di questi tesori della cucina fa comparire davanti a me un uomo in particolare, un antico amante che ritorna insistente come un fantasma desiderato a infondere una certa luce malandrina nella mia età matura.

 
 

Isabel Allende

07 dicembre 2013

Non ci sei da un giorno....


 
Non ci sei da un giorno e già mi manchi, già ci manchi…..

Io ho conosciuto il tuo paese, ho respirato la tua stessa aria, ho visto dove sei stato rinchiuso per 27 anni, ho visto anche il balcone dal quale hai tenuto il primo discorso al tuo popolo ed al mondo intero dopo tutti quegli anni di segregazione.

Ho ancora negli occhi il colore del cielo d’Africa, di tutta l’Africa, ho nel cuore la musica della tua terra…i volti dei bianchi dagli occhi di ghiaccio e dei neri  ancora increduli che il miracolo sia potuto accadere….

Il Sudafrica che vive nel dopo apartheid la fatica di ricostruirsi, di superare il trauma di tanta ingiustizia, di aprirsi al mondo e ricominciare. Non è facile.

In Sud Africa tutto succede e tutto deve ancora cambiare. Basta fermarsi qualche giorno a Mother City (Cape Town) per capirlo e per innamorarsi..di colpo..di questo paese, mentre dall’alto della Table Mountain i neri e bianchi si confondono, le town  ship  ( i ghetti neri) spariscono e rimane solo il rumore del vento che qui soffia sempre, forte ed impetuoso come la  violenza che ha segnato il tuo popolo, tutti i popoli, ma grazie a te, caro madiba, hanno ricominciato a sognare e sperare…..in un nuovo mondo.

 Che il rombo delle onde dei due grandi oceani che lambiscono la tua terra, ti tenga compagnia nel  tuo nuovo viaggio che ha il profumo di una frontiera aperta sull’infinito.

 

Per sempre INVICTUS

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima invincibile.

Nella feroce morsa della circostanza
Non ho arretrato né gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.

Oltre questo luogo d'ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.

Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino;
Io sono il capitano della mia anima.

Wiliam Hernest Henley

12 novembre 2013

Uomini e Donne

 
 
Oggi un’amica mi ha raccontato un episodio sconcertante, rientra nella lista delle frasi più assurde che gli uomini, messi in certe situazioni riescono a dire..
 
Lui: “ sai io con te sto molto bene, tutto quello che abbiamo vissuto sino ad ora è stato bello, ogni esperienza che ho condiviso con te è perché l’ho voluta”.
 
Lei: “mmmh bene, ne sono felice, ma mi sfugge un particolare, perché mi stai lasciando?”
 
Lui: “ Bhe..proprio per questo, ogni bella esperienza costituisce un mattoncino, una base sempre più solida, un rapporto, una relazione insomma!!
 
Lei: “Sì in effetti, quando due persone stanno insieme per circa 5 anni, potremmo dire che trattasi di relazione…”
 
Lui:”Ecco vedi…è per questo che io non voglio più vivere dei momenti con te, seppure bellissimi…perché non sono pronto per una relazione…… ”
 
Lei:” Fantastico!”
 
Lui: “No, ma io voglio che tu faccia parte della mia vita!!” “Solo quando lo desidero io però, con i tempi e modi di cui io ho bisogno…, non perché qualcuno me lo chiede”……………
 
Lei:”………….???!!!.......................”
 
Conclusione:
Poco importa che le relazioni si definiscano tali proprio perché mettono in comunicazione due o più persone…detto questo, la riflessione che ne è scaturita è stata…ma…scusa…per un rapporto di questo tipo di solito si paga…..ed è forse questo il motivo per cui sono esistite, esistono e sempre esisteranno le prostitute. Ecco! Caro uomo egocentrico…rivolgiti a loro….!!  (Nulla ho contro le prostitute..semmai contro gli uomini….)

31 ottobre 2013

Gli umpa lumpa



Oggi mio figlio mi ha reso felice....
Questa mattina alla sette, appena svegliato, mi ha abbracciato e mi ha detto.........sai tu sei come gli Umpa Lumpa?!!
"Gli Umpa chi! " Dico io.
"Ma sì quelli del film WillyWonka e la fabbrica del cioccolato"
"Oddio! ma in che senso ?"
"No, veramente sei come gli Umpa Lumpa quando sono sulla barca, solo che loro navigano su di un fiume di cioccolato, tu invece mi conduci nel fiume della vita!!"

Ecco...a volte i figli ti riconoscono e capiscono quello che stai facendo...è bellissimo quando accade...

28 ottobre 2013

Teatro in tavola ....


Ognuno ha il proprio destino....



Chissà se sono io l’artefice del mio destino…
Il destino fa parte della vita non puoi decidere se averlo o no….. ognuno ha il suo…
Il destino lo vivi…. semplicemente…., lo respiri, lo annusi, lo porti con te ogni giorno, come un profumo…
Il destino si riconosce, senti che è tuo….in un secondo……
Il destino a volte ti sembra cattivo, come un profumo scadente, ti impregna la pelle, le narici, l’anima, non riesci a liberartene, te lo senti addosso anche quando non c’è…
Altre volte sembra amarti, ti avvolge, ti accarezza, ti stringe a sé e ti scalda il cuore….
Il destino ti passa accanto …ne senti la scia…non sai cosa sia…ma hai l’urgenza di scoprirlo…lo insegui…e cerchi di capirne l’essenza più profonda…e…se davvero è il tuo …tutto appare più semplice…e tutto si compie…
Non avere paura del tuo destino, io ho smesso di averne e finalmente respiro l’aroma dei mandorli in fiore, della terra bagnata, dei delicati fiori di zagara, della notte tiepida dei bianchi gelsomini….
Il mio destino è cambiato quando l’ho guardato negli occhi.
Il mio destino è nel profumo della vita.

25 ottobre 2013

SOTTO FORMALINA......



  
Oggi parlavo con un amico.
Il mio amico non sa di avere un corpo.
Semplicemente lo ignora
Mangia e beve solo perché ciò gli consente un livello minimo di sopravvivenza.
I suoi piaceri sono ridotti al minimo.
Esattamente quali siano ancora non l’ho capito.
Sicuramente stare in silenzio è uno di questi.
Ogni tanto parla e quando parla dice cose invero interessanti.
Sorride poco e piange ancora meno.
Non so come si faccia a stare così.
Per lui è una sicurezza.
I corpi danno troppe emozioni e le emozioni ....si sa..... sono difficili da gestire.
Le emozioni fanno sentire vivi, troppo vivi direbbe lui…e quale sarebbe il senso?
Troppa gioia ma anche troppo dolore, tutto insieme..non si può…
Meglio rimanere così…un po’ indifferenti….scivolare sopra le cose, le persone …la vita…
E sì…la paura di vivere fa brutti scherzi…alla paura ci si affeziona, la paura tiene incatenati alle abitudini.
E’ come un abito stretto, non ci si sta comodi ma lo si indossa ugualmente, per abitudine appunto, perché cambiarlo costa fatica, vuol dire cercare quello giusto per te, andare per negozi, scegliere la stoffa, il colore, il modello nuovo…ma scherziamo!! E quanto tempo mi ci vuole direbbe lui…preferisco così, tenermi questo abito consunto, un po’ logoro, dall’aspetto dimesso, così mi confondo e nessuno mi vede più…IO NON MI VEDO PIU’…IO NON LO VEDO PIU’….
Lui si è messo in un barattolo sotto formalina e sta lì sullo scaffale della vita, prende polvere e diventa ogni giorno più grigio ed anche un po’ beige…come…sbiadito….è come guardare una foto di altri tempi….dai tenui colori…una volta c’era ed ora non c’è più…
Io il mio abito l’ho cambiato, anzi ho più abiti, spesso colorati, ma anche neri e grigi per la verità, ma quando li  indosso, anche uno sopra l’altro, SONO IO, DAVVERO IO…che vive, si muove, canta, mangia, beve, ride, piange, soffre, e tutto ..tutto insieme perché è così che è la vita………
Annelie

06 ottobre 2013

Il grigio....



Il grigio di Milano è unico, non nel senso che solo Milano  riesce ad essere così grigia ma che il suo grigio non ha sfumature, è appunto unico, compatto, invariato in ogni ora del giorno. L 'unica differenza è che verso mezzogiorno sembra schiarirsi un pò ma solo per un attimo....il cielo, i palazzi, l' asfalto, gli alberi e perfino la gente è grigia...non so come mai a Milano succeda questo strano fenomeno. Come se una patina ricoprisse qualunque cosa, in qualunque direzione il tuo sguardo si volti....non ha scampo al grigiore imperante....questa strana caratteristica toglie profondità alle cose...tutto risulta piatto....non ci sono contrasti nè differenze...e si rimane in questo stato sino a marzo quando il vento di primavera, mosso a pietà, decide di spazzare via l' incolore regalandoci finalmente, tutte le sfumature che la natura ci può offrire...chissà forse essere circondati da tutto questo grigio, aiuta a sviluppare la fantasia. Io sono della generazione della TV in bianco e nero...ma , io i colori li vedevo lo stesso nel piccolo schermo...anche se non c'erano......ecco Milano è un pò così......devi avere molta fantasia per non farti sopraffare dal grigiore....per non scomparire oltre i confini del tempo..e rimanere qui in questo corpo che mi è capitato ........ Dalla finestra gli alberi sono sagome nere, ritagliate sullo sfondo del cielo come figure di carta, sotto una fitta pioggia ottobrina. Eppure è in questi momenti, in queste giornate cosi spente che il mio animo si risveglia, come se tornassi da un lungo viaggio mi sento rinfrancata. Ritrovo le energie disperse durante la settimana e  l'inverno che sta arrivando non mi spaventa, le prime foglie che cadono, l' odore della pioggia, le case fredde, i rumori della città che mi raggiungono attutiti, ora non c'è nè passato nè presente nè futuro, nessuna parola, solo questo momento e provo un intensa felicità, nonostante il grigio che avanza....

01 ottobre 2013

pensando....all'Italia....canta che ti passa....








Faccio in fretta un altro inventario…
Smonto la baracca e via!
Cambio zona, itinerario,
Il mio indirizzo è la follia!
C'è un infelice, ovunque vai…
Voglio allargare il giro dei clienti miei…
Io vendo desideri e speranze,
In confezione spray.
Seguimi io sono la notte,
Il mistero, l'ambiguità…
Io creo gli incontri… Io sono la sorte!
Quell'attimo di vanità…
Incredibile, se vuoi…
Seguimi e non ti pentirai!
Sono io la chiave dei tuoi problemi,
Guarisco i tuoi mali, vedrai!!!
Mi vendo,
La grinta che non hai!
In cambio del tuo inferno,
Ti do due ali, sai!
Mi vendo,
Un'altra identità!
Ti do quello che il mondo…
Distratto non ti da!
Io mi vendo, e già !
A buon prezzo, si sa!
Ho smarrito, un giorno, il mio circo,
Ma il circo vive senza di me!
Non è l'anima tua che io cerco,
Io sono solo più di te!
Nell'arco di una luna io,
Farò di te un baro oppure un re…
Sono io la chiave dei tuoi problemi,
Guarisco i tuoi mali, vedrai!!!
Mi vendo, la grinta che non hai!
In cambio del tuo inferno,
Ti do due ali, sai!
Si…
Ti vendo,
Un'altra identità!
Ti do quello che il mondo,
Distratto non ti da…
Io mi vendo, e già!
A buon prezzo, si sa!
Seguimi!

30 settembre 2013

Non siate piante grasse!!!



"In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto."
Thorin Scudodiquercia a Bilbo Baggings in Lo Hobbit - pag. 353



Mi piace riportare alcuni stralci del discorso di inizio del nuovo anno scolastico del preside della scuola di Diego, è un discorso intenso, accorato, che se me lo avessero fatto quando io andavo a scuola...forse...alcune cose nella mia vita avrebbero preso una piega diversa. Incitare, incoraggiare, spingere verso la vera conoscenza....ai miei tempi...non si usava...e forse neppure ora....se mi guardo attorno....le teste pensanti sono ancora molto molto poche...e quindi un discorso così viene accolto con gioia, gratitudine e con il desiderio di mettere in pratica tutto ciò che io e non solo mio figlio abbiamo imparato fino ad ora. La lettura di queste parole mi ha dato ancor più il convincimento che "essere una pianta grassa" è poca cosa se si può diventare sequoie!!
 
Cari ragazzi, avete da fare a partire da oggi due strade: una che avete già incominciata, quindi è una strada che continua, l’altra è una strada nuova che, come potete facilmente immaginare, è cominciata oggi per voi. La strada che avete già incominciato, quella che continua, è una strada importantissima ed è la strada della vostra crescita come persone, la vostra crescita fisica, ma è una strada, se ci pensate, che se anche non andaste a scuola percorrereste comunque. Nei prossimi anni vi succederanno, da questo punto di vista, tante cose, andate incontro a tanti cambiamenti: diventate più alti, diventate più belli, diventate più simpatici anche, magari qualcuno in particolare; in questo percorso di crescita talvolta si cresce in modo un po’ disordinato, magari a qualcuno crescono prima le gambe e poi il resto del corpo, ma poi si arriva alla misura giusta. Magari a qualche maschietto cresce un po’ troppo presto la barba, magari a qualcuno che la vorrebbe cresce troppo tardi, ma questo percorso, questa serie di novità importantissime e bellissime avverrebbero  anche se voi a scuola non ci andaste … anzi, potremmo addirittura dire che se anche dimezzaste quello che mangiate questo cammino di crescita continuerebbe.

La strada nuova che incomincia, la strada più bella che siete chiamati a compiere, sulla quale camminare insieme, è la più grande avventura della vita: diventare grandi. È la cosa più bella, più entusiasmante, anche se non tutti sono d’accordo, dovete fidarvi di me e dei vostri insegnanti . C’è chi pensa che la parte più bella della vita sia quando uno è piccolo, coccolato, quando non ha troppi problemi, quando tutti lo servono e sono piccole anche le preoccupazioni; quando poi uno deve cominciare a entrare da protagonista nella sua vita, allora lì cominciano i problemi.

Io ho una vicina di casa, una vecchietta appiccicosa, che quando giravo con la carrozzina di mia figlia, si avventava sulla bambina e mi diceva “ Se la goda adesso, perché poi quando cresce son tutti dolori e dispiaceri!” E io pensavo “Vecchia malefica! uccellaccio del malaugurio! perché mi dici questa bugia? questo è falso, perché nella mia esperienza diventare grande non è una fregatura, non ci si perde qualcosa, anzi c’è tutto da guadagnare, c’è tutto da scoprire, è la cosa più bella e non finisce, avete tutta la vita.

Cosa vuol dire diventare grandi? Abbiamo distinto prima diventare grandi come persona nel fisico, in altezza, in larghezza, ma c’è anche diventare grandi come uomini, come donne. Ormai non vi chiamerà più nessuno, spero, “bambino”, “piccolo” “bimbetto”, se non per prendervi in giro: non fate confusione, ormai siete incamminati in quella che sarà la vita dei grandi, la vita adulta.

Che cosa significa diventare grandi? Che cosa c’è in ballo? Siete incamminati in una strada di scoperta: cosa c’è da scoprire? Cosa c’è di più importante da scoprire, per cui è bello diventare grandi? Avete già cominciato a sentire con la vostra intelligenza che c’è tutto un mondo che attraverso la scuola, attraverso le ore di lezione, attraverso i vostri insegnanti, vi è dato perché lo conosciate.

La settimana scorsa mi è capitato di fare un colloquio di iscrizione con una di voi, così le ho chiesto “Senti, ma cosa vuoi fare da grande?”, ascoltando poi le sue interessantissime risposte. Magari qualcuno di voi davvero sarà quello che adesso si immagina, ma per tutti si apre oggi un cammino di scoperta, e scoprire chi siamo è la cosa più sorprendente.

Quest’anno nelle classi prime leggeremo insieme un libro, un libro famoso oggi grazie anche al cinema, si chiama “Lo hobbit”. Nel primo capitolo un saggio e vecchio stregone propone una bellissima avventura a uno hobbit, una creatura un po’ sciagurata, un po’ piccola: ha dei piedoni enormi e ama tutto fuorchè le avventure, ama la pace della casa, ama star bene, insomma ama la tranquillità della vita; arriva questo stregone e dice “Io ti chiamo ad una grande avventura” e lo hobbit ribatte: “Tu stai chiamando proprio me? Hai sbagliato hobbit, hai sbagliato razza!”. Così lo stregone lo incalza “No, guarda,  devi fidarti di me: ci sono molte più cose di quelle che tu possa immaginare, c’è dentro di te qualcosa di molto più grande, di straordinario, di bello, che tu neanche immagini”. E glielo ripeterà anche verso la fine della storia. È proprio questo diventare grandi: conoscere il mondo per scoprire chi siamo noi, quale ricchezza ciascuno di noi porta.

Tante volte in questi anni sentirete una parola l’orientamento. Voi, alle elementari, avete fatto l’orienteering? Vi mettono in un posto buio con una bussola e vi dicono “Auguri!”. Si parlerà di orientamento perché dovete scegliere tra due anni, e non fra cinquanta, quale scuola superiore fare, e poi qualcuno sceglierà l’università: l’orientamento, però, è una parola che fa un po’ paura: sembra che uno si sia già perso, che non sappia più dov’è la direzione. Vi suggerisco allora anche un’altra parola, una parola un po’ strana, la parola vocazione, che, non so perché, si usa solo a catechismo. La vocazione è una chiamata: l’augurio che vi faccio allora è che ogni giorno di questi tre anni, con tutti i vostri insegnanti, in ogni singola ora di lezione, voi possiate cominciare a sentire una chiamata. Sono le cose, il mondo, la realtà tutta che ci chiamano! Di più: c’è qualcuno che in ogni istante della vostra vita vi chiama a conoscere il mondo, a conoscere voi stessi, fino a scoprire chi ha fatto il mondo e chi ha fatto ciascuno di voi.

E allora cosa dobbiamo fare? Studiamo,fatichiamo, ci coinvolgiamo perché ci interessa questa scoperta. C’è una bellissima preghiera che diciamo spesso, si chiama Gloria al Padre. Cosa vuol dire la parola Gloria? Quando uno dice “Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo”, cosa sta dicendo? La gloria militare? La parata trionfale? In un certo senso… Ma la parola Gloria ha a che fare anzitutto con la parola manifestazione, cioè con qualcosa che noi vogliamo vedere. Noi diciamo Gloria perché vogliamo vedere, vogliamo conoscere, vogliamo scoprire  chi ha fatto il mondo e noi stessi. Quando uso la parola vocazione c’è dentro tutto questo: scoprire il mondo, scoprire noi stessi, scoprire chi ha fatto il mondo e ciascuno di noi, scoprire a cosa siamo chiamati. Ma per tutto questo, ripeto, la grande novità è che tutto questo si scopre non con un discorso ma coinvolgendosi in prima persona nel cammino di conoscenza di ogni materia.

Si introducono tante novità rispetto alle elementari, ci sono più insegnanti, più materie, un numero maggiore di attività: tutte queste cose non vi spaventino. L’insegnante non è il nemico, non è uno cattivo che mi dà i voti, che mi vuol far faticare, ma è l’opportunità che voi avete per cominciare a percorrere questo cammino di scoperta. Chiedete ai vostri insegnanti, al Preside, ragione di ogni passo che vi chiedono, cercate di capire il perché e la direzione di questa chiamata.

Nessuno si senta inadeguato.  Non hai voglia di studiare? Beh, sei una persona normale, solo che diventando grande si scopre che la voglia non è l’unica ragione per cui un uomo si muove. “No, io sono troppo basso, non ce la farò mai a prendere 7 nella prova di mini-basket”… Nessuno si senta tagliato fuori da questo cammino di scoperta: è per tutti, per ciascuno preso singolarmente e, altra cosa importante, è per tutti insieme. Nessuno diventa grande nella conoscenza e nell’intelligenza da solo. Il vostro compagno è una risorsa, è indispensabile per diventare grandi.

Una cosa che mi fa veramente arrabbiare è quando uno di voi fa una domanda e gli altri pensano “è il momento della pausa!” Ma se un compagno alza la mano vuol dire che si sta mettendo in relazione con quello che noi proponiamo, che sta facendo un passo importantissimo e la cosa interessante è che quel passo è indispensabile per tutti. Per questo, ragazzi, non esistono domande stupide, se uno vuole sapere, se uno vuole conoscere, se uno vuol diventare grande, tutto serve, tutto conviene chiedere.

Come è bello scoprire nella propria di difficoltà personale di poter essere accompagnati. Anche se sei nato genio della matematica o dell’Italiano, senza un insegnante e senza i tuoi compagni quel talento andrebbe sprecato. E  allora accelerate nel cammino di conoscenza questo investimento di  fiducia nei confronti dei vostri compagni, dei vostri insegnanti e aggiungo anche verso di me.

Il Preside ha una presidenza, perciò uno dice “mah, spero di entrarci il meno possibile!”. Sì, da un certo punto di vista capisco quello che intendete, ma mettiamola in un’altra ottica, guardiamola da un altro punto di vista: il Preside che ci sta a fare in presidenza? Punire i cattivi? beh, non sarebbe un bel lavoro, non l’avrei scelto, sinceramente. Il Preside sta lì per raccogliere il racconto del vostro cammino e per aiutare i passi di ciascuno.  Per cui, oltre a essere mandati dal Preside, venitelo a trovare, a dire “ho scoperto, ho imparato”. Sono, al pari di tutti i vostri insegnanti, a vostra disposizione. Non siate piante grasse. Le piante grasse sono le mie preferite del regno vegetale: mi posso dimenticare che esistono perché, tendenzialmente, non muoiono, continuano a crescere. Ma la pianta non è che impara, e questo per noi non è l’ideale. L’ideale è che uno chiede, che c’è, che è presente, che osserva, che si coinvolge, che pensa, che riflette, che agisce.

A questo punto, e la cosa mi piace perché assume anche un valore simbolico, facciamo l’appello. Pensiamo a quello che ho detto prima: l’appello, che non a caso si fa ogni mattina, cosa significa? Che ogni mattina ciascuno di noi e ciascuno di voi dice: io ci voglio essere, io ci sto, io, voglio scoprire, voglio conoscere, non voglio perdermi l’avventura più grande della vita: l’avventura di diventare grande.

Questa è la nostra promessa: crescere nella conoscenza, crescere come uomini è bello. Non crescete come piante grasse!
Buon cammino a tutti!
 
D. Gomarasca

 
 
 
 
 

16 settembre 2013

Chi era Abramo?


Si fa un gran parlare in questo periodo, per ovvi motivi, della guerra……….siamo alle solite…….cristiani, musulmani, ebrei….e il Papa…che incita alla pace ed alla pratica del digiuno come protesta contro ciò che sta accadendo in Siria.

La maggior parte di noi è di formazione cattolica, ma in realtà conosciamo poco o nulla della storia delle religioni, anche della nostra…se non qualche reminiscenza scolastica e nulla più…… Sarebbe interessante riprendere gli antichi testi, informarsi, cercare di capire .... la religione può dare avvio alla pace …anziché alla guerra? A volte basterebbe conoscere solo un po' di più per farsi un’opinione corretta dei fatti. Prendiamo ad esempio il tanto e sempre citato profeta Abramo. Sapete chi è? E cosa pensano di lui le tre grandi religioni monoteiste?

Abramo, il grande patriarca è la figura che più di tutte unisce cristiani, musulmani, ed ebrei….

Come la Bibbia racconta, da Abramo nacquero Ismaele, dal quale sono discesi gli arabi o israeliti, e Isacco, da cui vennero gli ebrei e i cristiani. “Nella Bibbia si sancisce quindi la fratellanza fra ebrei, cristiani e musulmani”(Jean Louis Ska).

Per i musulmani, Abramo è il primo grande patriarca “Ibrahim”, per gli ebrei è stato il primo uomo ad essere chiamato “ebreo”e per i cristiani “il primo patriarca cristiano”.

Abramo è “padre di una moltitudine”: ebrei, cristiani e musulmani. In Lui tutte e tre le principali fedi monoteistiche si riconoscono.

E’ nel nome di uno stesso Dio, che cristiani, musulmani, ebrei pregano, guardano al futuro, sperano e si disperano, chiedono aiuto e ringraziano per ciò che si è ricevuto, ed è nel nome dello stesso Dio che si fa la guerra, ci si odia e si uccide…

Il mondo è in travaglio, e siamo sull’orlo di un baratro, un’altra volta. La storia, il nostro passato, il nostro futuro, tutto concentrato in circa duemila Km tra il Nilo, l’Eufrate, il Giordano…tra discendenti di una stessa progenie….

Forse sono riflessioni inutili, o sbagliate, ma può essere che il Papa, richiamando i cristiani al digiuno abbia voluto sottolineare come sia fondamentale trovare elementi di unione e di comunione fra tutti, i musulmani con il “Ramadan” “il digiuno”  e gli ebrei con il “Kippur” sempre “digiuno", l'arma più antica di protesta, prima delle armi chimiche, prima del nucleare, tutti insieme contro la guerra, cercando di sciogliere il groviglio nato da un odio religioso che rivendica “l’unico vero Dio”.

Rimarchiamo per una volta le somiglianze, gli elementi che fanno parte della storia di tutti, non importa se ebrei, cristiani o musulmani, siamo tutti uomini.