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29 giugno 2013

Impenetrabile e senza cuore...




Quasi fosse troppo grande e troppo potente per le virtù comuni, l'oceano ignora compassione, fede, legge, memoria. La sua incostanza può essere mantenuta conforme ai propositi umani solo con una risolutezza indomita, e con una vigilanza insonne, armata, gelosa, in cui, forse, c'é sempre stato più odio che amore. Odi et amo può ben essere la professione di fede di coloro i quali coscientemente o ciecamente hanno consegnato la propria esistenza al fascino del mare.
Tutte le passioni tempestose dell'umanità quando era giovane, l'amore della rapina e l'amore della gloria, l'amore dell'avventura e l'amore del pericolo, insieme con il grande amore dell'ignoto e i vasti sogni di dominio e di potenza, sono passati come immagini riflesse in uno specchio, senza lasciare alcun segno sulla faccia misteriosa del mare. Impenetrabile e senza cuore, il mare non ha dato nulla di se stesso a coloro che ne hanno corteggiato i precari favori.
Diversamente dalla terra, non si può soggiogarlo a nessun prezzo di pazienza e di fatica. Benché siano tanti coloro che il suo fascino ha adescato e condotto a una morte violenta, la sua immensità non é mai stata amata come sono state amate le montagne, le pianure, persino il deserto.
Le stelle spuntarono innumerevoli nella notte chiara e riempirono tutta la volta del cielo. Scintillarono come cose vive sul mare e avvolsero tutt'intorno nella sua corsa la nave, più penetranti degli occhi fissi di una folla attenta ed imperscrutabile come sguardi umani.
La traversata era cominciata e la nave, come un frammento staccato dalla terra, correva solitaria e rapida come un piccolo pianeta. Intorno ad essa gli abissi del cielo e del mare si univano in una irraggiungibile barriera. Una grande solitudine sembrava avanzare tutt'intorno con la nave, sempre mutevole e sempre eguale ed eternamente monotona ed imponente. Di tanto in tanto un'altra vela bianca errante carica di vite umane appariva lontano e spariva diretta verso il suo destino. Il sole dardeggiava la nave coi suoi raggi tutto il giorno e ogni mattina riapriva su di essa il rotondo occhio ardente pieno di curiosità insoddisfatta. Essa aveva il suo destino, viveva della vita di quegli esseri che si muovevano sopra i suoi ponti e come la terra che l'aveva confidata al mare trasportava un intollerabile carico di speranze e di rimpianti. Nel suo seno vivevano la verità timida e la menzogna audace; e come la terra essa era inconscia, bella a vedere e condannata dagli uomini ad un ignobile fato.
L'augusta solitudine del suo cammino conferiva dignità al meschino scopo del suo pellegrinaggio. Essa filava schiumeggiando verso il sud come guidata dal coraggio di un'alta impresa. La ridente immensità del mare rimpiccoliva la misura del tempo. I giorni volavano uno dietro l'altro rapidi e luminosi come il guizzare di un faro, le notti brevi e piene di avvenimenti parevano fuggevoli sogni. Gli uomini se ne stavano raggomitolati ai loro posti ed ogni mezz'ora la campana di bordo regolava la loro vita di incessante lavoro. Notte e giorno la testa e le spalle d'un marinaio si profilavano in alto a poppa contro il sole o il cielo stellato immobili sopra la mobile ruota del timone. Le facce cambiavano succedendosi l'una dopo l'altra; facce giovani, barbute, torve, serene o corrucciate; ma tutte fatte rassomiglianti dal mare che affratella, tutte con la stessa espressione attenta degli occhi fissi a scrutare la bussola o le vele.
Joseph Conrad

28 giugno 2013

Pensando a Nelson.....

  
 Io il South Africa l'ho visto...ed ho capito...sono vicino a te
Nelson...
  
 PERSINO IL MARE MUORE....

Persino il mare muore
Disse Garcia Lorca
Piangendo un altro.
Ma io non mi consolo
Per la morte del mare
Bianchi gabbiani gridano
Rauchi e penetranti
Chiamandosi l’un l’altro
In archi impazziti
Sul mare melodioso.
Sei certo che morirà?
Che prova esiste
Per dimostrarlo,
Forse che non si muove, non appare
Alla nostra piccola visione?
No, strillano i gabbiani
Con il loro senso selvaggio, Noi che l’amiamo più di tutti
Sappiamo che la sua morte sarà certa e tremenda
Perché noi moriremo con lui.

Ruth Miller ( Cape Town 1919- Johannesburg 1969)

26 giugno 2013

L'America e gli americani...





Diego, 11 anni e mezzo è tornato ieri dagli Stati Uniti, gli ho chiesto di scrivere ciò che pensa dell'America e degli americani che riporto fedelmente, chiedo scusa agli eventuali lettori americani ma questa è la sua opinione, dopo un viaggio "gorgieaus" nella west coast.....



L’America e gli americani:
I pro:
·       le targhe della auto sono belle
·       si sanno fare pubblicità benissimo, per loro tutto ciò che hanno è “gorgieaus” (grandioso)!!
·       ci sono i pickup
·       il sistema stradale è fantastico
·       la benzina costa poco
·       la bistecca è buonissima
·       ha tantissime bellezze naturali
·       sanno fare benissimo le città

non mi viene in mente altro…

I contro:
·       devono scrivere sui microonde che non bisogna metterci i gatti vivi se no muoiono…..
·       hanno bisogno di scrivere sui bicchieri del caffè che il caffè caldo…. è caldo!
·       hanno bisogno di scrivere sulle docce che l’acqua calda è calda!;
·       hanno bisogno di scrivere negli hotel che il fumo di sigaretta che potrebbe esserci nelle stanze è cancerogeno…….
·       si può guidare senza casco
·       sono ammesse le armi senza porto d’armi
·       c’è la pena di morte
·       nonostante quanto detto ai punti precedenti continuano a ripetere e scrivere ovunque: “ and remember saefty is your responsibility!”
·       hanno bisogno che ci sia scritto nei ristoranti in cui sei entrato superando un gradino che quando esci devi stare attento allo stesso gradino
·       sono decisamente brutti e molto grassi…
·       sanno fare molte cose difficili..ma non l’acqua e gli spaghetti, l’acqua sa di cloro ovunque, sgorga così anche dalle montagne del gran canyon, oppure sa di limone…ma l'acqua deve sapere di acqua e basta!

L’America è comunque bella ed ha dei panorami incredibili ma l’Italia ha tante cose altrettanto belle solo che noi non siamo capaci di farci pubblicità….



25 giugno 2013

Giorni e mesi corrono veloci.....


Giorni e mesi corrono veloci
la strada è oscura e incerta
e temo di offuscarmi
non prestare orecchio alle menzogne
non farti soffocare dai maligni
non ti nutrire di invidie e gelosie
In silenzio soffro i danni del tempo
le aquile non volano a stormi
vivo è il rimpianto della via smarrita
nell'incerto cammino del ritorno

Seguo la guida degli antichi saggi
mi affido al cuore ed attraverso il male
a chi confessi i tuoi segreti?
ferito al mattino a sera offeso
salta su un cavallo alato
prima che l'incostanza offuschi lo splendore

In silenzio soffro i danni del tempo
le aquile non volano a stormi
vivo è il rimpianto della via smarrita
nell'incerto cammino del ritorno

shizukani tokino kizuni kurushimu
murewo kundewa tobanai taka
furuki oshiewo tadotte
kokoronomamani konokanashimiwo norikoete
































Franco Battiato

21 giugno 2013

Con il il caldo......



 

Col caldo anche i caratteri si scaldano: ma per il ricco è un'altra cosa...
Con l'estate, forse perché sono ancora giovane e non mi sono ancora adattato al fatto d'essere marito e padre di famiglia, mi viene sempre la voglia di fuggire.
D'estate, nelle case dei ricchi, si chiudono le finestre alla mattina e l'aria fresca della notte rimane nelle stanze ampie e oscure, dove, nella penombra, brillano specchi, pavimenti di marmo, mobili lucidati a cera. Tutto è a posto, tutto è pulito, ordinato, nitido; perfino il silenzio è un silenzio fresco, riposante, buio.
Se poi hai sete, ti portano su un vassoio una bella bibita gelata, un'aranciata, una limonata, dentro un bicchiere di cristallo in cui i blocchetti di ghiaccio, a rimescolarli, fanno un rumore allegro che da solo ti rinfresca.

Ma nelle case dei poveri le cose vanno diversamente. Col primo giorno di caldo, l'afa entra nelle tue stanzette affogate e non se ne va più via.
Vuoi bere ma dal rubinetto, in cucina, viene giù un'acqua calda che pare brodo.
In casa non ti puoi più muovere: sembra che ogni cosa, mobili, vestiti, utensili, si sia gonfiata e ti caschi addosso. Tutti stanno in maniche di camicia, ma le camicie sono sudate e puzzano.
Se chiudi le finestre, soffochi perché l'aria della notte non ce l'ha fatta ad entrare in quelle due o tre stanze dove. dormono sei persone; se le apri, il sole t'inonda e ti pare d'essere in strada e tutto sa di metallo bollente, di sudore e di polvere.
Col caldo, anche i caratteri si scaldano, voglio dire diventano litigiosi: ma il ricco, se gli gira, prende e se ne va in fondo all'appartamento, tre stanze più in là; i poveri, invece, rimangono davanti ai piatti unti e ai bicchieri sporchi, naso a naso; oppure debbono andar via di casa.
A. Moravia

14 giugno 2013

Sono il numero 10.000

Sono il numero 10.000 ho 49 anni sono affabile gentile socievole ma tanto infelice… per un terribile scherzo del destino  lavoro infatti come precario  in una scuola materna ….
Insomma lavoro beh per modo di dire… E’ una disgrazia…infatti attendo da anni di essere nominato citato considerato .. ma è tutto inutile…i bambini ogni tanto contano con le maestre ma al massimo arrivano al 100…
Non ho neanche mai avuto l’onore di essere scritto su un quaderno su un registro, sulla lavagna…beh così diventa difficile sopravvivere
Una volta un bambino ha pronunciato la parola 101 citando la famosa carica del film …e io ho cominciato a sperare che con il tempo attendendo con pazienza piano piano qualcuno ci sarebbe arrivato “a me”…ma poi più niente…
1,2,3 sono dei cari colleghi e anche amici…usciamo insieme…tra l’altro con 1 siamo mezzi parenti …. molto alla lontana parecchi 0 ci dividono, ma tutto sommato li invidio, si li invidio tutti e tre hanno una fortuna sfacciata sono sempre sulla bocca di tutti , protagonisti assoluti di filastrocche, giochi, esercitazioni…loro sono di casa alla scuola materna e ogni tanto addirittura collaborano con la vicina scuola elementare…che culo !
Tra l’altro questa situazione paludosa e inconcludente mi angoscia perché sono anche in attesa di avere un contratto a tempo indeterminato; certo la direttrice della scuola la signorina Acida De Murenis continua a ripetermi con voce metallica che non è possibile regolarizzare il mio contratto fino a quando non sarò utilizzato con una certa frequenza dai bambini e dal personale docente…
7 mi ha consigliato di sottopormi a un piccolo intervento di divisione per potermi trasformare in 10 o se non è possibile perlomeno in 100,  mutare la mia condizione di eterna attesa dall’essere pronunciato, utilizzato ma sarebbe necessario trovare un donatore un dividendo che faccia al mio caso ad esempio 1000, sarebbe perfetto !
Ho chiamato 1000 al telefono, ma non mi ha neppure risposto, così l’ho contattato su facebook per avere l’amicizia ma non c’è stato verso…poi sono venuto a sapere da 15 che anche lui ha qualche problema e attende a sua volta di essere diviso per poter essere effettivamente  utilizzato e lavorare di più….
Qualche giorno fa però mi è accaduta qualcosa di bello ho conosciuto una lei,  si chiama 6 ed è molto molto carina…gli l’ho detto subito di getto: sei carina… poi abbiamo riso insieme e parlato un po’ di tutto dividendo accuratamente gli argomenti per non fare confusione.
Dopo alcune ore che i suoi occhi hanno cominciato a parlare un linguaggio diverso, le sue labbra hanno cominciato a manifestare la voglia di toccare le mie….è stato travolgente ci siamo baciati, moltiplicati, non sottraendoci a quello che reclamavano gli istinti…. il resto è da immaginare una fantastilione di emozioni.
I particolari i decimali e quello che è venuto dopo le virgole e tutto il contorno non sto neanche a raccontarvelo.
Abbiamo deciso subito di unirci  in matrimonio e di  organizzare il ricevimento frazionando parenti ed amici in tavoli diversi e raggruppandoli secondo natura e  attitudini di ciascuno; in linea di massima abbiamo voluto evitare che si incontrassero faccia a faccia  i pari e i dispari che da soggetti perbene quali sono in quella situazione chissà perché diventano subito aggressivi.
0,005 e 0,006 li abbiamo messi insieme a 0,009 e 0,076 nel tavolo dei piccoli.
Siamo stati bene e così anche i  nostri invitati i quali non si sono neppure accorti che tra le seconde portate e il dolce c’è stato un furto, sono spariti i gioielli di 24 carati la zia di sei….
La fortuna ha voluto che zia 24 sia sposata con uno 007 il quale dopo una rapida indagine sull’accaduto ha scoperto che i gioielli erano stati sottratti da 180 un mezzo spostato senza fissa dimora che si era aggiunto abusivamente agli invitati.
Dopo il matrimonio io e sei ci siamo recati in banca per  aprire un conto cointestato. Li ci siamo accorti che eravamo sprovvisti  di contanti e allora abbiamo cominciato a versare noi stessi:  1006 in tutto non male per iniziare (millesei in lettere e in cifre abbiamo scritto, come ha preteso il ragioner 100% pignolo cassiere della banca).
Siamo stati investiti all’estero e per gli anni successivi abbiamo viaggiato molto tra fondi d’investimento mutui e paradisi fiscali e visto cose incredibili e indecenti !!
Rientrati in Italia non eravamo però più gli stessi, tutti quegli investimenti ci avevano fatto male ci avevano in qualche modo aumentato ma, appunto per questo, non ci riconoscevamo più; da 1006 ci eravamo trasformati, raddoppiati... triplicati…beh non ha importanza eravamo qualcosa di completamente diverso rispetto al nostro incontro d’amore.
La nostra unione non funzionava più. Dopo esserci autoprelevati dalla Banca, abbiamo scelto insieme la data della nostra separazione 10.06. alle ore 00 …in quel momento per lo meno abbiamo recuperato noi stessi la nostra essenza.
Sei è tornata dai suoi genitori e io sono tornato a lavorare da precario nella scuola materna e per ora rimango in attesa degli eventi.............
Fine prima parte
Roberto Sau
dinosauro teatro

13 giugno 2013

Come fare a spiegarti.....




Bologna, 22 Settembre 1878

Mia dolce amica,
Come devo fare a spiegarti quello che è successo in me in questi ultimi tempi, in modo che tu mi creda e non mi rivolga tutto al peggio?
Il mio cuore e il mio spirito si sono raccartocciati: non provo più il bisogno di espandermi, anzi mi è noiosa, come fatica inutile, ogni velleità di espansione. Non amo scrivere; e mi riesce difficile, perché non ho né facilità né correntezza né lucidità di espressione. Quello che cinque o sei anni fa fu la seconda giovinezza ora è sfiorita, sfiorita per sempre.
Allora mi era facilissimo consolarmi e rinnovarmi nella poesia che mi risplendeva e risonava da ogni cosa, e dopo la poesia, gli studi geniali, e poi, la politica e la lotta; e poi l'amore; dopo lottato e scritto tutto il giorno mi era un riposo l'abbandonarmi a te con lettere di otto pagine, nelle quali la fantasia e il sentimento confondevano i loro gettiti più strani.
Ora no. Aborro la politica, rifuggo dalla lotta, m'increscono gli studi fecondi; sono stanco e annoiato della poesia, dell'Italia, della libertà; non so più scrivere; la penna mi pesa e mi fa male peggio che un remo da galera. Vorrei poter dire al cielo e alla terra: lasciatemi posare e dormire; tanto è inutile; io sono un tronco arido.
Perché devo affaticarmi? perché pensare? perché amare?
Io non ho più voglia di nulla, se non forse di oblio. Chi vuol lavorare per la patria, per l'arte, per la gloria, per il bene si serva pure. Io non mi sento capace di tanto; so che fra dieci anni rimarrà orma di quel molto che ho pensato, studiato, amato, combattuto nella mia gioventù, so che ho scroccato una nomea effimera con sforzi facchineschi; so che sono imbecille e cattivo, e che ho avuto più fortuna che non meritassi.
Dimenticatemi dunque, e lasciate che dimentichi. Non invidiatemi la mia solitudine. Questo in generale. A te poi in particolare, dico:
è inutile tu ti affanni per l'amore d'una volta; non ho più energia: se mi vuoi quale sono, prendimi: se no, lasciami: perché amareggiare e mortificare e e me co' rimpianti continui?
Può darsi che questa atonia dolorosa cessi: per ora nessuna forza può scuterla. Forse sarà stata la solitudine e il turbinoso e fisso rivolgersi del pensiero sempre in se stesso e intorno a se stesso che mi avrà ridotto cosi; ma ora sono cosi. Non vedi, non senti, che né meno so più esprimermi? non ti accorgi della fatica che mi ci vuole per affaciarmi solamente un poco fuori di me?
Dunque compatiscimi e non rimproverarmi.
Quanto a' desideri tuoi: 1) Della gita o ad Arquà od altrove mi spiace non poter farne nulla : mi manca il tempo, che devo dare ai molti doveri che non ho adempiuto finora a punto per questa atonia che mi rende impossibile il far nulla altro che ordinare rime antiche; e mi manca anche il denaro; 2) Dell'impetrare da Cairoli altra destinazione, per chi tu sai, pensa bene di non incolparmene, perché non avresti ragione. Anzi tutti, a nome di chi mi devo fare avanti? Se quella persona non mostra desiderio di essere destinato altrove, ze non si fa vivo; io che ci entro?
Al tempo di Luigi XV e anche dei nostri consorti poteva essere naturale che uno fosse mandato qui anziché là perché cosi piaceva all'amante di sua moglie. Ma, oltre che io non ho autorità né influenza vera, io non moverò un dito, se ciò che non paia utile al tuo amico. Ti dico che non ho autorità; e te lo dimostro.
La Siciliani, mi pregò e ripregò perché raccomandassi un patriota, rovinato per l'Italia, a Cairoli, acciò s'interponesse con Seismit per fargli avere un posto nei dazi ecc.
Dopo tre mesi, il segretario mi scrive, acchiudendomi la risposta del Doda al Cairoli. Cairoli non aveva fatto che mandare la mia lettera al collega. Questi se n'era lavato le mani dicendo che non v'era posto.
E inutile; io non so né pregare né farmi ascoltare. Come vuoi che riesca a far mutare destinazione a un generale? Mi vien da ridere. Pure se il tuo amico crede utile che io mi adoperi, mi adopererò più caldamente che io possa. E ora ti prego anche una volta. Non prenderti a male di tutto questo. Compassionami invece, e credimi: credimi che non affetto tutta questa atonia, che non infingo questa mala disposizione, per scusare con te il mio disamore o altro. Io son fatto cosi. Non posso simulare né meno per gentilezza ora sono bestia, bestia, bestia; fammi la grazia di lasciarmi esser bestia finché succede un'altra metamorfosi o io crepi.
So che ti affliggo, e me ne dispiace; ma del resto non son reo d'altro verso di te. Addio. Scrivimi, ma non rimproveri.

Giosue Carducci a Carolina Cristofori Piva ( Lidia )

11 giugno 2013

L'UNO


Le persone che si prendono troppo sul serio risultano, di solito, poco serie. I comici invece sono serissimi. E profondissimi, a volte. Platone lo sa e nel Simposio affida il racconto delle origini dell’amore al maestro della commedia, Aristofane, facendogli dire una cosa abbastanza incredibile: che in origine i sessi non erano due ma tre. Maschile, femminile, androgino (maschio e femmina insieme). 

Maschi, femmine e androgini dovevano essere uno spasso: avevano tutto doppio - quattro gambe, quattro mani, due facce - e si muovevano rotolando. A furia di rotolare divennero talmente pieni di sé che diedero la scalata al cielo per cacciarvi gli dei. Zeus riunì d’urgenza il comitato centrale dell’Olimpo. Qualche divinità estremista propose di risolvere il problema alla radice, sterminando la razza umana. Ma Zeus si era affezionato agli uomini (soprattutto alle femmine) e decise di tagliarli in due. Anziché distruggerli, li raddoppiò di numero, rendendoli nel contempo più deboli e infelici. Infatti ogni uomo tagliato in due (e ricucito da Apollo al livello dell’ombelico) si mise in cerca della metà perduta. Sarebbe dunque questo l’amore: non solo la ricerca del piacere, ma il desiderio di ritornare Uno. Un desiderio struggente perché si accompagna alla nostalgia di una completezza smarrita. Che favola splendida, vero? E le favole splendide, accanto al significato letterale, ne hanno uno simbolico: un messaggio in codice non decrittabile dalla ragione, ma dall’intuizione. La verità suprema è indicibile e il primo a dirlo, in Occidente, è stato Platone. Proprio qui, nel Simposio, parlando d’amore senza moralismi. A nessuno sfuggirà che la favola di Aristofane mette poeticamente sullo stesso piano gay, lesbiche ed etero: maschi, femmine e androgini in cerca dell’altra metà di se stessi. Soltanto gli androgini, ricongiungendosi con la metà di sesso opposto, possono procreare. Ma tutti possono partecipare dell’energia unificante dell’amore. 

Rimane irrisolta la questione più cocente: quanti di noi incontrano davvero la propria metà? E anche quei pochi sono soddisfatti, oppure l’Uno verso cui tende l’amore umano è un’utopia? Intravedo il sorriso di Platone: la domanda è mal posta, amico mio. Tu ragioni come se l’Uno, l’intero, fosse la somma di due parti. E se invece fosse qualcosa di diverso, di ulteriore? 
Accipicchia, non ci avevo pensato. Ma per dipanare questa matassa non basta nemmeno Aristofane. Bisognerà aspettare che parli Socrate. 

Massimo Gramellini

Simposio  
di Platone (IV secolo a.C.)  
Discorso di Aristofane  

la curva dei tuoi occhi intorno al cuore...



La curva dei tuoi occhi intorno al cuore
ruota un moto di danza e di dolcezza,
aureola di tempo,arca notturna e sicura
e se non so più quello che ho vissuto
è perchè non sempre i tuoi occhi mi hanno visto.

Foglie di luce e spuma di rugiada
canne del vento,risa profumate,
ali che coprono il mondo di luce,
navi cariche di cielo e di mare,
caccia di suoni e fonti di colori,
profumi schiusi da una cova di aurore
sempre posata sulla paglia degli astri,
come il giorno vive di innocenza,
così il mondo vive dei tuoi occhi puri
e tutto il mio sangue va in quegli sguardi.

Paul Eluard




06 giugno 2013

Le mani



Le mani di Elsa

Dammi le tue mani per l'inquietudine
Dammi le tue mani di cui tanto ho sognato
Di cui tanto ho sognato nella mia solitudine
Dammi le tue mani perch'io venga salvato.
Quando le prendo nella mia povera stretta
Di palmo e di paura di turbamento e fretta
Quando le prendo come neve disfatta
Che mi sfugge dappertutto attraverso le dita.
Potrai mai sapere ciò che mi trapassa
Ciò che mi sconvolge e che m'invade
Potrai mai sapere ciò che mi trafigge
E che ho tradito col mio trasalire.
Ciò che in tal modo dice il linguaggio profondo
Questo muto parlare dei sensi animali
Senza bocca e senz'occhi specchio senza immagine
Questo fremito d'amore che non dice parole
Potrai mai sapere ciò che le dita pensano
D'una preda tra esse per un istante tenuta
Potrai mai sapere ciò che il loro silenzio
Un lampo avrà d'insaputo saputo.
Dammi le tue mani ché il mio cuore vi si conformi
Taccia il mondo per un attimo almeno
Dammi le tue mani ché la mia anima vi s'addormenti
Ché la mia anima vi s'addormenti per l'eternità.

Louis Aragon

05 giugno 2013

J'ai perdu ma tête...


   


J'ai perdu ma tête
Dans la rue Saint Honoré,
Je cherche ça et là
Je ne l'ai pas trouvé,
Dis-moi où est ma tête?

J'ai perdu mes bras
Sur la Place de l'Opéra
Je ne les ai pas trouvé
Je cherche ça et là,
Dis-moi où sont mes bras?

Depuis que je t'ai perdu,
Je suis en pièces sur l'avenue
Et je ne peux pas recoler les morceaux,
Par moi-même

Répare-moi, mon très cher,
Parce que je ne suis pas entière
J'ai besoin de toi, seulement toi,
Et en plus je t'aime

J'ai perdu mon nez
Devant le Bon Marché,
Je cherche ça et là
Je ne l'ai pas trouvé,
Dis-moi où est mon nez?

Revient chéri vers moi,
Mon nez n'importe pas
C'est toi qui peut me compléter

Depuis que je t'ai perdu,
Je suis en pièces sur l'avenue
Et je ne peux pas recoler les morceaux,
Par moi-même

Répare-moi, mon très cher,
Parce que je ne suis pas entière
J'ai besoin de toi, seulement toi,
Et en plus je t'aime

J'ai perdu mes pieds
À Saint Germain des Près
Je cherche ça et là,
Je ne les ai pas trouvé
Dis-moi où sont mes pieds?

Revient chéri vers moi,
Mes pieds n'importent pas
C'est toi qui peut me compléter

Ah, aaahhhhhhhh

04 giugno 2013

La vita è imperfetta ma ha una sua forza...



 
“…….Mi viene da ridere al pensiero di cosa accadrebbe al mondo se cadesse sotto il controllo di Andrea. Per prima cosa le settimane avrebbero un colore. Nella settimana del rosso via libera al commercio di carote arance, pomodori. Sovvenzioni solo a questi produttori e blocco totale alla circolazione di camion con broccoli, verze e piselli. Ma quando arriva la settimana verde i negozi si riempiono delle verdure prima vietate, le casse d’arance vengono immediatamente rispedite in Sicilia e le carote infilate, una a una, nel terreno. Naturalmente nel punto esatto da cui erano state tolte, che non si possono mica mettere carote provenienti dalla Francia su terra ferrarese.
Non ci sarebbe mai una settimana viola, peccato per i fan di prugne e melanzane.
Non potrebbe esistere il mezzo pieno o il mezzo vuoto, dilemma capace di tormentare i migliori intelletti: bottiglie e altri contenitori dovrebbero essere o vuoti o pieni e le penne o tute con la punta dentro o tutte con la punta fuori, mai metà e metà, che poi una si rovina e una no. E’ un rischio che sarà evitato.
Sarebbe opportuno non indossare maglie o maglioni con la cerniera e, sbadatamente, tenerla leggermente aperta. Per favore, cerniere o aperte o chiuse. Inutile cavillare sempre se faccia caldo o freddo. Un po’ di decisione non guasta.
Nessuno si creda di poter mangiare una pizza tagliandola a fette, diciamo partendo da un punto qualsiasi e staccandone uno spicchio a piacimento: prima si mangia il bianco della mozzarella, poi il verde del basilico e alla fine, ma solo alla fine la pasta con la salsa di pomodoro.
Ci sarebbero trecentosessantacinque volte all’anno la giornata del cioccolato. Imposizione questa, forse non del tutto sgradevole.
Chiunque sia in possesso di un termostato, o si consideri tale, non si aspetti benevolenza. O spenti o aperti al massimo: le mezze stagioni sono una rovina.
I campanili verranno dotati di un distributore automatico di bolle di sapone, ogni venerdì bolle di sapone a distesa per annunciare il fine settimana e ogni lunedì per festeggiarne l’inizio, fuochi d’artificio a capodanno, nei solstizi ed equinozi e ogni qual volta le casse lo permettano.
Una tirannide con le idee chiare.
Un tiranno fragile, bisognoso di libertà……”

Fulvio Ervas

(Se ti abbraccio non avere paura)

03 giugno 2013

Quando si ama....





Quando si ama non vi è nulla di meglio che
dare sempre, tutto, la propria vita,
il proprio pensiero,
il proprio corpo,
tutto quel che si possiede;
sentire quel che si dà;
mettere tutto in gioco e poter dare
sempre di più.



Guy de Maupassant

01 giugno 2013

Continuare a camminare.....



  Io non ho mai corso, ho sempre odiato la corsa, il mio corpo ha problemi con la gravità, è pesante, goffo, ad ogni passo affondo nel terreno ed uscirne diventa complesso. Fin da piccola ho avuto problemi con la corsa, avevo compagne di scuola, agili, atletiche, che quasi non toccavano terra, degli elfi insomma, io invece ancorata al suolo come se fossi zavorrata,  piedi per terra e testa per aria, una tensione continua a spiccare il volo ed al contempo rendersi conto che qui siamo ..sulla terra…dentro la terra, nelle cose, nella vita, immersi nel quotidiano che a volte tenta di ucciderti……Dalla finestra di casa mia si vede un parco, un quadrato verde circondato dall’asfalto. Ogni mattina ed ogni sera, attorno a questo quadrato c’è qualcuno che corre. Si corre attorno al verde, non dentro ..chissà perché…Una paura quasi di violare questo spazio di vita in mezzo al cemento, sino a che un giorno mi è venuto un desiderio irrefrenabile di entrare in quello spazio sospeso per mettermi in contatto con un universo sconosciuto, compenetrarmi nella natura anche qui a Milano.
Mi sono vestita, ho fatto il tratto di strada che mi separa dal quadrato verde ed entrandoci mi sono reinventata un nuovo tempo e spazio, una percezione diversa del mio corpo, finalmente lieta, ridurre l’immensità della natura alle dimensioni del corpo, senza sofferenza, compenetrarsi in essa e non sentirsene limitata. Respirare al ritmo dei propri passi, i pensieri che diventano sempre più veloci, sino a scomparire, come quando dal finestrino del treno vedi il paesaggio che si trasforma diventando  un’informe striscia colorata, ipnotica dalla quale è difficile staccare lo sguardo….I rumori che normalmente sarebbero infastidenti, il motore delle macchine, lo stridio dei freni, gli schiamazzi, si attutiscono, perdono di intensità mano a mano che il passo aumenta, il sangue affluisce alle dita delle mani e risale in un movimento continuo, come una marea lenta, calda, viva. E il silenzio mi invade con la sua semplicità e bellezza..ed io continuo a camminare….