Col caldo anche i caratteri si scaldano: ma per il
ricco è un'altra cosa...
Con l'estate, forse perché sono ancora giovane e non
mi sono ancora adattato al fatto d'essere marito e padre di famiglia, mi viene
sempre la voglia di fuggire.
D'estate, nelle case dei ricchi, si chiudono le
finestre alla mattina e l'aria fresca della notte rimane nelle stanze ampie e
oscure, dove, nella penombra, brillano specchi, pavimenti di marmo, mobili
lucidati a cera. Tutto è a posto, tutto è pulito, ordinato, nitido; perfino
il silenzio è un silenzio fresco, riposante, buio.
Se poi hai sete, ti portano su un vassoio una bella
bibita gelata, un'aranciata, una limonata, dentro un bicchiere di cristallo in
cui i blocchetti di ghiaccio, a rimescolarli, fanno un rumore allegro che da
solo ti rinfresca.
Ma nelle case dei poveri le cose vanno diversamente.
Col primo giorno di caldo, l'afa entra nelle tue stanzette affogate e non se ne
va più via.
Vuoi bere ma dal rubinetto, in cucina, viene giù
un'acqua calda che pare brodo.
In casa non ti puoi più muovere: sembra che ogni
cosa, mobili, vestiti, utensili, si sia gonfiata e ti caschi addosso. Tutti stanno in maniche di camicia, ma le camicie
sono sudate e puzzano.
Se chiudi le finestre, soffochi perché l'aria della
notte non ce l'ha fatta ad entrare in quelle due o tre stanze dove. dormono sei
persone; se le apri, il sole t'inonda e ti pare d'essere in strada e tutto sa
di metallo bollente, di sudore e di polvere.
Col caldo, anche i caratteri si scaldano, voglio dire
diventano litigiosi: ma il ricco, se gli gira, prende e se ne va in fondo
all'appartamento, tre stanze più in là; i poveri, invece, rimangono davanti ai
piatti unti e ai bicchieri sporchi, naso a naso; oppure debbono andar via di
casa.
A. Moravia
Ma quando ti viene quella voglia di piangere pazzesca,
RispondiEliminache proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare,
allora non c'è verso di spiaccicare una sola parola,
non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro,
ingoiato da quei dannati singhiozzi,
naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime.
Maledizione. Con tutto quello che uno vorrebbe dire...
E invece niente, non esce fuori niente.
Si può essere fatti peggio di così?
Si si può....ci sono quelli a cui la voglia di piangere non viene nemmeno ed allora...è come se fossero morti....Il pudore di non farsi vedere in un momento di debolezza accomuna molte persone e spesso si cade nell'errore di pensare che gli altri siano più forti di te...ma non è vero...semplicemente si nascondono.....
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