l giorno di Natale del 1914, nel primo anno della prima guerra
mondiale, i soldati tedeschi, inglesi e francesi disobbedirono ai loro
superiori e fraternizzarono con “il nemico” lungo due terzi del fronte
occidentale. Le truppe tedesche innalzarono alberi di Natale fuori delle
trincee con le scritte “Buon Natale.” “Voi non sparate, noi non spariamo.”
Una preziosa testimonianza di un
soldato inglese che ebbe modo di assistere di persona a questo evento.
"Janet, sorella cara, sono
le due del mattino e la maggior parte degli uomini dormono nelle loro buche, ma
io non posso addormentarmi se prima non ti scrivo dei meravigliosi avvenimenti
della vigilia di Natale. In verità, ciò che è avvenuto è quasi una fiaba, e se
non l'avessi visto coi miei occhi non ci crederei. Prova a immaginare: mentre
tu e la famiglia cantavate gli inni davanti al focolare a Londra, io ho fatto
lo stesso con i soldati nemici qui nei campi di battaglia di Francia! "Le
prime battaglie hanno fatto tanti morti, che entrambe le parti si sono
trincerate, in attesa dei rincalzi. Sicché per lo più siamo rimasti nelle
trincee ad aspettare.
Ma che attesa tremenda! Ci
aspettiamo ogni momento che un obice d'artiglieria ci cada addosso, ammazzando e
mutilando uomini. E di giorno non osiamo alzare la testa fuori dalla terra, per
paura del cecchino. E poi la pioggia: cade quasi ogni giorno. Naturalmente si
raccoglie proprio nelle trincee, da cui dobbiamo aggottarla con pentole e
padelle.
E con la pioggia è venuto il
fango, profondo un piede e più. S'appiccica e sporca tutto, e ci risucchia gli
scarponi. Una recluta ha avuto i piedi bloccati nel fango, e poi anche le mani
quando ha cercato di liberarsi...» «Con tutto questo, non potevamo fare a meno
di provare curiosità per i soldati tedeschi di fronte noi. Dopo tutto
affrontano gli stessi nostri pericoli, e anche loro sciaguattano nello stesso
fango. E la loro trincea è solo cinquanta metri davanti a noi." "Tra
noi c'è la terra di nessuno, orlata da entrambe le parti di filo spinato, ma
sono così vicini che ne sentiamo le voci. Ovviamente li odiamo quando uccidono
i nostri compagni.
Ma altre volte scherziamo su di
loro e sentiamo di avere qualcosa in comune. E ora risulta che loro hanno gli
stessi sentimenti. Ieri mattina, la vigilia, abbiamo avuto la nostra prima
gelata. Benché infreddoliti l'abbiamo salutata con gioia, perché almeno ha
indurito il fango." "Durante la giornata ci sono stati scambi di
fucileria.
Ma quando la sera è scesa sulla
vigilia, la sparatoria ha smesso interamente. Il nostro primo silenzio totale
da mesi! Speravamo che promettesse una festa tranquilla, ma non ci
contavamo." soldati che fraternizzano fuori dalle trincee "Di colpo
un camerata mi scuote e mi grida: ?Vieni a vedere! Vieni a vedere cosa fanno i
tedeschi! Ho preso il fucile, sono andato alla trincea e, con cautela, ho
alzato la testa sopra i sacchetti di sabbia». «Non ho mai creduto di poter
vedere una cosa più strana e più commovente. Grappoli di piccole luci
brillavano lungo tutta la linea tedesca, a destra e a sinistra, a perdita
d'occhio. Che cos'è?, ho chiesto al compagno, e John ha risposto: 'alberi di
Natale!'. Era vero. I tedeschi avevano disposto degli alberi di Natale di
fronte alla loro trincea, illuminati con candele e lumini." "E poi
abbiamo sentito le loro voci che si levavano in una canzone: ' stille nacht,
heilige nacht…'. Il canto in Inghilterra non lo conosciamo, ma John lo conosce
e l'ha tradotto: 'notte silente, notte santa'.
Non ho mai sentito un canto più
bello e più significativo in quella notte chiara e silenziosa. Quando il canto
è finito, gli uomini nella nostra trincea hanno applaudito. Sì, soldati inglesi
che applaudivano i tedeschi! Poi uno di noi ha cominciato a cantare, e ci siamo
tutti uniti a lui: 'the first nowell (1) the angel did say…'. Per la verità non
eravamo bravi a cantare come i tedeschi, con le loro belle armonie. Ma hanno
risposto con applausi entusiasti, e poi ne hanno attaccato un'altra: 'o
tannenbaum, o tannenbaum…'. A cui noi abbiamo risposto: 'o come all ye
faithful…'. (2) E questa volta si sono uniti al nostro coro, cantando la stessa
canzone, ma in latino: 'adeste fideles…'». «Inglesi e tedeschi che s'intonano
in coro attraverso la terra di nessuno!" "Non potevo pensare niente di
più stupefacente, ma quello che è avvenuto dopo lo è stato di più. 'Inglesi,
uscite fuori!', li abbiamo sentiti gridare, 'voi non spara, noi non spara!'.
Nella trincea ci siamo guardati
non sapendo che fare. Poi uno ha gridato per scherzo: 'venite fuori voi!'. Con
nostro stupore, abbiamo visto due figure levarsi dalla trincea di fronte,
scavalcare il filo spinato e avanzare allo scoperto." "Uno di loro ha
detto: 'Manda ufficiale per parlamentare'. Ho visto uno dei nostri con il
fucile puntato, e senza dubbio anche altri l'hanno fatto - ma il capitano ha
gridato 'non sparate!'. Poi s'è arrampicato fuori dalla trincea ed è andato
incontro ai tedeschi a mezza strada. Li abbiamo sentiti parlare e pochi minuti
dopo il capitano è tornato, con un sigaro tedesco in bocca!" "Nel
frattempo gruppi di due o tre uomini uscivano dalle trincee e venivano verso di
noi.
Alcuni di noi sono usciti
anch'essi e in pochi minuti eravamo nella terra di nessuno, stringendo le mani
a uomini che avevamo cercato di ammazzate poche ore prima». «Abbiamo acceso un
gran falò, e noi tutti attorno, inglesi in kaki e tedeschi in grigio. Devo dire
che i tedeschi erano vestiti meglio, con le divise pulite per la festa. Solo un
paio di noi parlano il tedesco, ma molti tedeschi sapevano l'inglese. Ad uno di
loro ho chiesto come mai. 'Molti di noi hanno lavorato in Inghilterra', ha
risposto. 'Prima di questo sono stato cameriere all'Hotel Cecil."
"Forse ho servito alla tua tavola!' 'Forse!', ho risposto ridendo. Mi ha
raccontato che aveva la ragazza a Londra e che la guerra ha interrotto il loro
progetto di matrimonio. E io gli ho detto: 'non ti preoccupare, prima di Pasqua
vi avremo battuti e tu puoi tornare a sposarla'. Si è messo a ridere, poi mi ha
chiesto se potevo mandare una cartolina alla ragazza, ed io ho promesso. Un
altro tedesco è stato portabagagli alla Victoria Station.
Mi ha fatto vedere le foto della
sua famiglia che sta a Monaco. Anche quelli che non riuscivano a parlare si
scambiavano doni, i loro sigari con le nostre sigarette, noi il tè e loro il
caffè, noi la carne in scatola e loro le salsicce. Ci siamo scambiati mostrine
e bottoni, e uno dei nostri se n'è uscito con il tremendo elmetto col chiodo!
Anch'io ho cambiato un coltello pieghevole con un cinturame di cuoio, un bel ricordo
che ti mostrerò quando torno a casa." "Ci hanno dato per certo che la
Francia è alle corde e la Russia quasi disfatta.
Noi gli abbiamo ribattuto che non
era vero, e loro. 'Va bene, voi credete ai vostri giornali e noi ai nostri'».
«E' chiaro che gli raccontano delle balle, ma dopo averli incontrati anch'io mi
chiedo fino a che punto i nostri giornali dicano la verità. Questi non sono i
'barbari selvaggi' di cui abbiamo tanto letto. Sono uomini con case e famiglie,
paure e speranze e, sì, amor di patria. Insomma sono uomini come noi. Come
hanno potuto indurci a credere altrimenti? Siccome si faceva tardi abbiamo
cantato insieme qualche altra canzone attorno al falò, e abbiamo finito per
intonare insieme - non ti dico una bugia - 'Auld Lang Syne'. Poi ci siamo
separati con la promessa di rincontraci l'indomani, e magari organizzare una
partita di calcio.
E insomma, sorella mia, c'è mai
stata una vigilia di Natale come questa nella storia? Per i combattimenti qui,
naturalmente, significa poco purtroppo. Questi soldati sono simpatici, ma
eseguono gli ordini e noi facciamo lo stesso. A parte che siamo qui per fermare
il loro esercito e rimandarlo a casa, e non verremo meno a questo compito."
"Eppure non si può fare a meno di immaginare cosa accadrebbe se lo spirito
che si è rivelato qui fosse colto dalle nazioni del mondo."
"Ovviamente, conflitti devono sempre sorgere. Ma che succederebbe se i
nostri governanti si scambiassero auguri invece di ultimatum? Canzoni invece di
insulti? Doni al posto di rappresaglie? Non finirebbero tutte le guerre?
Il tuo caro fratello
Tom.""
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