Non è un tema per la scuola, ma ho voluto lo stesso scrivere i ricordi di mia nonna....per non dimenticare.....
La nonna, come ho già raccontato, è nata prima della seconda guerra mondiale e ricorda ancora molto bene quegli anni ..ben cinque.... tutti trascorsi nella paura e nella miseria.
A Milano cadevano sempre le bombe, ma lei piccolina non capiva tanto bene cosa fossero e guardava il cielo ridendo pensando fossero dei grandi salami piovuti da chissà dove. I cittadini quando sentivano suonare la sirena si rifugiavano nelle cantine, ma era pur sempre pericoloso.
Il nonno di mia nonna, abitava in un paesino della bassa padana, non era soldato perchè troppo vecchio e poi aveva già fatto la prima guerra mondiale sul Carso. Un giorno venne a Milano a prendere mia nonna che all'epoca era piccola. Pedalò in bicicletta per 50 Km di andata e 50 Km di ritorno, con la nipotina sulla canna della bicicletta (non c'erano i seggiolini porta bambini allora), lei si addormentò con la testa appoggiata al manubrio. Ricorda però che durante il tragitto sentiva il sibilare delle bombe seguito poi dallo scoppio, come quando si vede un lampo e si aspetta il tuono, in questa atmosfera paurosissima, che noi abbiamo visto solo nei films, si allontanò da Milano, sfollò come si usava dire una volta. La nonna, pur vedendo le persone che la circondavano sempre tristi e preoccupate non si rendeva bene conto del motivo. Lei infatti continuava a giocare con dei bambolotti di ceramica che però si rompevano subito (allora la plastica non c'era...). In quel periodo i vetri delle finestre dovevano essere sempre coperti con un cartone scuro o tende pesanti "per oscuramento" si diceva, non doveva filtrare la luce perchè bisognava rendere il paese invisibile agli aerei. Mancava la luce elettrica e si stava in casa con le candele o con le lampade a petrolio. L'atmosfera in effetti doveva essere un pò lugubre ma forse per un bambino anche divertente. Si raccontavano un sacco di storie allora, alla sera gli adulti si riunivano dopo cena e si chiaccherava o si pregava per i soldati in guerra.
Il papà di mia nonna combatteva in Grecia ma fortunatamente riuscì a tornare sano e salvo, anche se gli caddero tutti i capelli. Molti suoi amici morirono in quella terra e molti altri furono mandati in Russia, pare non tornò quasi nessuno.
Ho scritto questi ricordi proprio oggi perchè, mia nonna mi ha spiegato che è il giorno della memoria e non bisogna mai dimenticare tutte le atrocità della guerra, di tutte le guerre. Anch'io racconterò a mio figlio queste storie perchè lui a sua volta le racconti al suo...e così via....spero di vivere in pace..spero di poter vivere il mio futuro senza paura....senza bombe...senza guerra...
Diego, 11 anni, prima media
i "milanesi" durante gli anni di guerra, prendevano il treno delle ferrovie nord, scendevao a Malnate e poi a piedi fino a Cagno, un paesino in provincia di Como, compravano le patate e le portavano a Milano dentro valigie di cartone.
RispondiEliminaMia mamma mi diceva che la loro famiglia allevava capre e quando nascevano i piccoli li vendevano al macellaio del paese che li pagava quattro soldi ed a sua volta le rivendeva ai ricchi che spesso lo pagavano in oggeti d'oro tipo anelli, bracciali etc.
CaroDiego, un bacione dai tuoi Gaudenzio e Petronilla