”…ma l’amore, che gli
occhi di una donna
per primi
c’insegnarono a conoscere,
non vive solitario,
straniato,
murato nella cerchia
del cervello;
ma, eccitando
all’azione tutti i sensi,
s’espande, rapido
come il pensiero,
per ogni nostra
facoltà vitale,
dando a ciascuna una
doppia energia,
fuori dalle funzioni
della prima.
Aggiunge all’occhio
una seconda vista:
due occhi innamorati
son capaci
perfino d’abbagliar
quelli d’un’aquila;
così come un orecchio
innamorato
è capace di percepire
un suono
talmente fioco da
poter sfuggire
al sospettoso
orecchio d’un ladrone;
la percezione d’un
innamorato
è più sensibile e più
delicata
di quella delle
antenne della chiocciola;
è volgare al palato
dell’amore,
anche il gusto del
raffinato Bacco.
un Ercole ancor
sempre inerpicantesi
sugli alberi
dell’orto delle Esperidi?
Come sfinge sagace;
dolce e armonico
come la lira
del fulgente Apollo,
che ha per corde i
capelli di quel dio.
E quando parla Amor,
s’incanta il cielo
all’armonia del coro
degli dèi.
Poeta non ardisca
toccar penna
finché l’inchiostro
suo non sia temprato
nei sospiri d’amore:
solo allora
i suoi versi
raggiungono il potere
d’incantare gli
orecchi più selvaggi,
e di piantar nel
cuore dei tiranni
una mite umiltà.
Questa dottrina
io derivo dagli occhi
delle donne
che sprizzano
scintille senza posa
sul fuoco di
Prometeo; e son loro
i testi, le dottrine,
le accademie
che svelano,
contengono, alimentano
tutte le vere realtà
del mondo,
senza le quali mai
nessun mortale
potrebbe eccellere in
alcuna cosa.
Perciò fu il vostro
un tratto di pazzia
a rinnegar le donne;
ma più pazzi
sareste ad intestarvi
ad osservare
quello per cui
faceste giuramento.
Per amor di saggezza
- una parola,
questa, che tutti gli
uomini hanno a cuore -
o per amor degli
uomini,
di quelle donne
autori; o delle donne
per le quali noi
uomini siam uomini,
lasciamo perdere una
buona volta
i giuramenti, se
teniamo a cuore
di ritrovar noi
stessi; ché altrimenti
noi rischiamo di
perdere noi stessi,
per mantenere i
nostri giuramenti.
Esser così spergiuri
è religione:
perché la carità
conchiude in sé
tutta la legge, e
quale mai potere
può separar da carità
l’amore?....”
W. Shakespeare
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