(...) D'altra parte si sa, la costruzione di un
magone spezza le vene delle mani. Posso provare
con delle fotografie, certo, delle fotografie di
un'estate perfetta, e poi, e poi qui ci sono i
poeti naturalmente.
Cardarelli: "dovevamo saperlo
che l'amore / brucia la vita e fa volare il
tempo".
E poi com'era quello di Scott Fitzgerald,
La lampada alla finestra?
"Ti ricordi, prima che le chiavi girassero nelle
serrature, quando la vita era un primo piano e non
una lettera occasionale."
Ed Eliot, naturalmente,
"Aprile è il mese più crudele, genera / lillà da
terra morta, confondendo / memoria e desiderio".
Ho già la pelle d'oca alta così.
E poi com'era
Pavese? "Ci si accorge di non essere più giovani
quando dire un dolore lascia il tempo che trova."
E
Il Piccolo Principe:
"come è misterioso il paese delle lacrime".
Pessoa: "quante lacrime hanno mancato tutti quelli
che hanno vinto".
E Pascal, naturalmente, "il
cuore ha le sue ragioni, che la ragione non
conosce".
No, scusate, arimortis, mi sto
incaponendo su qualcosa che probabilmente
non ha senso. Perché cercare di procurarsi a tutti
i costi un magone del cuore, quando probabilmente
anche la ragione ha magoni che il cuore non
conosce? Forse bisogna semplicemente provare a
sperimentare un altro tipo di magone, un magone
che tragga spunto dalla realtà, quindi un magone
lucido, intellettuale, intenso ma non per questo
non coinvolto, insomma un magone irrazionale, una
sorta di commozione della mente, una commozione
cerebrale.
Lella Costa
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