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05 maggio 2013

La donna abitata...



 
Ritornò al crepuscolo. Aprì porte e finestre. Sembrava felice. Felice quanto me che avevo trascorso la serata ad esplorare il mondo, a respirare attraverso tutte le foglie del mio nuovo corpo. Chi me l’avrebbe detto che sarebbe successo, Quando gli anziani parlavano di paradisi tropicali per coloro che morivano nell’acqua, sotto il segno di Quiote-Tlaloc, io immaginavo distese trasparenti, fatte della sostanza dei sogni. La realtà è spesso più fantastica dell’immaginazione. Non vago per giardini. Sono io stessa parte di un giardino. E quest’albero vive di nuovo della mia vita. Era tutto malandato, ma io ho fatto scorrere nuova linfa in tutti i suoi rami e, quando verrà il suo tempo, darà frutti e allora il ciclo ricomincerà ancora.
Mi chiedo quanto sia cambiato il mondo. E’ cambiato molto, senza dubbio. Questa donna è sola. Vive da sola. Non ha famiglia, e non ha un uomo. SI comporta come un alto dignitario senz’altro padrone che se stesso. E’ venuta a sdraiarsi sull’amaca, vicino ai miei rami. Distende il suo corpo e pensa. Passa il tempo a pensare. A stare così, senza far niente, a pensare….

Gioconda Belli

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