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18 luglio 2013

Dove fiorivano i papaveri....

Mi piace ricordare, in occasione dell’arresto di Ligresti, la storia di una cascina, perché è anche un po’ la mia storia. Sono cresciuta nella zona sud di Milano, qui ci sono le mie radici e i miei ricordi. Il Parco agricolo del Ticinello, con i suoi 880.000 metri quadrati, è il quarto per estensione a Milano, dopo il Forlanini, quello delle Cave e il Parco Lambro. Ed è qui che da piccoli si scorazzava nei campi ancora liberi dal cemento, qui c’erano le mucche, il latte fresco, le viole e le zanzare, il colore intenso dei fordalisi, il rosso dei papaveri, si giocava nei fossi, si cercavano le rane, si catturavano i girini, ed è qui che Ligresti è arrivato per distruggere e così ,tante cascine hanno dovuto vendere il terreno ed andarsene………ma non Andrea Falappi della Cascina Campazzo, con i suoi seminativi a cereali, i prati perenni e l'allevamento con centotrenta bovine da latte, Andrea ha combattuto per anni una guerra, insieme ad altri agricoltori e cittadini, contro la cementificazione violenta e contro la grande immobiliare di Ligresti.
Il cemento non si mangia, ma si respira
Andrea Falappi: Un altro aspetto molto importante che abbiamo vissuto e che forse, almeno per me è l’aspetto preponderante che mi ha spinto a resistere, a combattere e se vogliamo anche a soffrire, è stato l’aspetto proprio umano. Noi abbiamo avuto una esperienza su questo territorio molto importante, l’esperienza di vedere crescere all’interno di questa area non solo un'associazione, un gruppo di cittadini che si riuniva per difendere il territorio, ma che viveva anche una esperienza di fede, un sacerdote missionario brasiliano venti anni fa, Don Pigi Bernareggi, era venuto proprio qui a Milano e aveva trovato nella cappella della cascina un punto di incontro per l’inizio di una nuova comunità. E da lì è nato proprio un movimento se vogliamo all’interno del quartiere che ci ha fatto vivere questa realtà di fede, proiettato anche nella realtà però di tutti i giorni, della vita quotidiana e anche di conseguenza nella realtà di questo parco che non nasceva.
Per cui c’è stata questa possibilità attraverso il cammino che noi abbiamo fatto e che stiamo facendo ancora verso la realizzazione del parco, di fare un cammino umano se vogliamo, un cammino attraverso il quale si punta a raggiungere un obiettivo non solamente esteriore, quello della realizzazione di un parco, ma era anche un cammino interiore che è la realizzazione di sé stessi e della propria fede.
È stata una grande esperienza, un’esperienza che a mio avviso ci ha arricchito tutti e che dà a questo stesso progetto del parco un valore molto più grande di quanto possa essere il raggiungimento esclusivamente di un bene ambientale, è un bene proprio che ci rimane nell’anima e che completa in un certo senso la nostra esistenza, da tutti i punti di vista. Ed è per questo che noi abbiamo e ci siamo sempre battuti e continuiamo a farlo perché vediamo in questo proprio la possibilità di espletare completamente il nostro essere umani e il nostro essere persone in questa vita.

Intervista ad Andrea Falappi (fonte: blog di Beppe Grillo)

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