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26 luglio 2013

26 luglio - Sant'Anna


Ricordando mia nonna, le sue storie, i festeggiamenti per il suo Onomastico, i miei cugini, il caldo d'estate, i fichi, la strada verso il mare, Loredana detta Loretana, Zio Cecio, Zia Tota, i peperoni arrostiti sul balcone, il bagno fuori, la ricotta di capra dentro le foglie di vite calda calda appena fatta, l'acqua alla fontana, i rivoli di fogna ai lati delle strade, giocare tra i fiori, la fiumara, i parenti tutti, gli arancini, le melanzane fritte, la "brioscia con il gelato", la notte buia buia buia, le falene, i panini con il pomodoro e il basilico e tanto tanto olio, la provola e le olive, "i maccaruni", il tabacchino e la sua gazzosa, gli uomini con gli sguradi neri e torvi, le donne belle profumate di sapone tutte vestite di nero, le preghiere e i rosari, i gelsomini tanti ed inebrianti....ed un tempo che non c'è più...

La Storia di Sant’Anna
Nella Sacra Scrittura non c'è il minimo accenno alla madre della Madonna, Anna, dall'ebraico Hannah, «grazia»; notizie invece sono fornite dall'apocrifo Protovangelo di san Giacomo, risalente al sec. II e diffusissimo in particolar modo in Oriente. Anna, sposò Gioacchino, uomo virtuoso e molto ricco della tribù del Regno di Giuda e della stirpe di Davide. Anna non produsse prole, a causa della sterilità del marito: umiliato pubblicamente (un uomo di nome Ruben gli aveva impedito di sacrificare al tempio per non aver dato figli a Israele), Gioacchino si ritirò nel deserto, tra i pastori. Mentre erano separati, un angelo sarebbe apparso ad Anna e le avrebbe annunciato l'imminente concepimento di un figlio: lo stesso angelo sarebbe apparso contemporaneamente in sogno anche a Gioacchino. I due si incontrarono alla Porta Aurea di Gerusalemme, nacque così Maria. Secondo la tradizione Anna e Gioacchino, con Maria bambina, abitavano a Gerusalemme nei pressi dell'attuale Porta dei Leoni, nella parte nord orientale della città vecchia. Oggi nel luogo dove avrebbero abitato e dove sarebbe cresciuta Maria sorge una chiesa costruita dai crociati nel XII secolo, dedicata a sant'Anna e custodita dai Padri Bianchi.
Si narra che durante l’espansionismo islamico,  San  Logino che era in Terra Santa  volle preservare il Sacro Corpo dalla Madre di Maria dalla profanazione e debbe ad affidarlo alle cure dei cristiani che qualche secolo dopo lo portarono prima presso i Carmelitani e poi in Francia  dove fu accolto nella cattedrale di Apt. Venne il tempo delle persecuzione di Marco Aurelio che costrinsero il vescovo Auspicio a nascondere il Sacro Corpo che altrimenti sarebbe stato profanato; così lo mise in una nicchia, scavata appositamente, dentro una bara di cipresso. Prima di murare la celletta, per pietà e rispetto, accese un lumino che naturalmente finendo l’ossigeno si sarebbe spento.
Passarono 630 anni e l’imperatore Carlo Magno si ritrovò a passare nella città di Apt mentre combatteva gli eretici. In quei giorni si festeggiava la festa del ringraziamento e un muto d’improvviso cominciò ad urlare e indico con insistenza un muro della cattedrale. Si comprese che lì si doveva scavare e così fu fatto…improvvisamente si scorse un bagliore sospetto…un lumino acceso, era il lumino che Auspicio aveva acceso 630 anni prima murando la celletta. La bara fu aperta e apparve il Sacro Corpo con una targhetta d’argento sul Capo che recitava in lettere greche ” Il Cranio di Sant’Anna la Madre della Madre di Dio”.  Accorsero presto tutti i nobili della zona e il Corpo fu spartito. Guglielmo Ventimiglia ottenne la maggior parte dei “frammenti” del cranio barattandoli con i propri possedimenti in Lorena. Le rimanenti parti del teschio restarono per un periodo in Francia poi  si sparsero in tutta Europa.  Il Ventimiglia fece sostituire col bronzo le parti del Teschio mancanti.
Molti riconoscono in Sant’Anna la propria patrona: i commercianti, le ricamatrici e le sarte, i naviganti e i minatori, gli scultori e gli stuccatori, le vedove. Ma la santa è invocata soprattutto dalle gestanti, alle quali in cambio di devozione ella garantisce il buon esito della gravidanza ed un parto agevole. Nelle camere dei contadini non mancava, oltre all’immagine della sacra famiglia appesa al muro, un’effigie di Sant’Anna

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