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15 marzo 2013

Viaggiatore dell'Infinito......





Aveva un bel timbro di voce Francesco.
“Ti ricordi del tempo in cui volevo diventare cavaliere ed attaccare Perugia? Che follia! Avevo troppo fuoco dentro, e non sapevo su cosa dirigerlo.  Nostro Signore mi sembrava tanto lontano, con tutte quelle Sue richieste esigenti che nessuno voleva stare ad ascoltare! Oggi te lo posso dire: ci ho spesso scherzato sopra in compagnia di Giovanni e degli altri, passando nella strada sui cui davano le cucine del vescovo….C’era un tale profumo!”
Con gli occhi febbricitanti, Francesco respirava a fatica; incominciò a tremare.
“Perché mi dici queste cose fratello? Riposati……”
“Ascolta….ti dico tutte queste cose per amore della verità perché ci sono pagine del mio cuore che non sono mai state aperte e perché non si può salire al Sole con un angolo d’ombra dentro di sé…Non veramente, non completamente…e lui che me lo ha detto”.
Lui ti ha detto di morire?”
Mi ha detto di vivere un’altra vita….E ciò che ora mi soffoca, Chiara è la menzogna di quella che ci siamo inventati in questo mondo….Come tutti gli altri, anche io ho aiutato il maligno rimanendo aggrappato alla menzogna, e prendendola sul serio”.
“Ma sei hai rinunciato a tutto….”
“Non ho saputo rinunciare a battermi…..”
“Ricordati…Vi sono momenti in cui il tempo degli uomini non conta più perché si manifesta il tempo di Dio. Non vi ho forse insegnato a sentirli venire, e ad accoglierli, i momenti cosi?  Lascia parlare la mia anima: quando il Tempo di Dio è presente, tutte le regole degli uomini altro non sono che un pugno di sabbia al vento”.
“Non mi hai mai parlato così Francesco”.
“….Perchè non sono mai stato così, non avevo mai visto la Porta così da vicino”
“Ascoltami…..Finchè si cammina senza voltarsi né fermarsi, ci sono verità che crediamo definitive. Vogliamo che esse lo siano, e ci rimaniamo aggrappati, se possiamo le imponiamo, perché sappiamo che, allontanandoci da esse, avremmo paura. Ascoltami…So che quello che dirò sarà come se mi rinnegassi, come se bestemmiassi il mio stesso nome. A forza di ignorare quella paura, di scappare lontano, a forza di camminare diritto per il mio sentiero, forse ne ho scoperta un’altra: la paura di deporre le armi…Forse sono stato troppo intransigente…..”.
Sospirò e a fatica proseguì..
“ E delle nostre ipocrisie….Chiara! L’ordine perverso del nostro mondo già mi saltava agli occhi ogni giorno un po’ di più, e per nessuna ragione avrei voluto prestare man forte a tute le aberrazioni e menzogne di cui, ovunque, trovavo traccia. Ero stato dunque così cieco? Eppure era semplice, piccola Sorella: sarebbe bastato aprire gli occhi e guardare. Oh! Era così facile andare a pregare e a cantare in latino ogni giorno, e fare sorrisi angelici, o abbassare le palpebre in segno di pentimento per poi infilarsi di nuovo nella nostra pelle di animali alla prima occasione. Era questo il nostro inferno…..L’avidità, l’incoscienza, il sonno….non volevo più essere incatenato, né che lo fossero gli altri…”
Ed ancora Chiarina cara…ricordi le parole di Filippo:” L’asino che vien fatto girare in tondo per muovere la macina del mulino, cammina per cento miglia; tuttavia quando viene l’ora di staccarlo, egli è sempre nello stesso posto dov’era al mattino. Allo stesso modo, vi sono uomini che camminano molto ma che non avanzano mai. Quando giunge la sera, essi non hanno visto nulla, né città, né villaggi, nulla di ciò che i loro simili hanno fatto, o di ciò che Dio ha creato con le Sue forze ed i suoi angeli. In verità questi uomini sono ciechi, e infelici; hanno sofferto tutta la vita per niente, perché non erano i loro occhi a non vedere ma il loro cuore a non guardare nulla”.
Ascolta ancora…” Credo che sia stata la Natura, tutta la Natura a salvarmi: fu grazie ad essa che il Sole dell’Eternità mi rispose e mi sostenne. E allora mi ci buttai a capofitto, con l’anima spalancata, per sfuggire alle sterili chiacchere degli uomini. E la cosa più meravigliosa, in tutto questo, fu che la Natura mi rispose con ogni sua più piccola manifestazione. Non c’era più un animale che temesse di venirmi vicino, né un albero o un fiore che restassero muti quando li accarezzavo con la mano. Mi tendevano la loro anima perché ce l’hanno! Mi indicavano l’essenziale…capisci! Il vero dialogo del cuore! Quello fatto di immagini, non di parole che si possono manipolare!

Chi sei Francesco?
Un fiore di gelsomino caduto dal Cielo?
Un po’ di Terra aspirata dal Cielo?
Unione di tutto questo nell’assoluta ricerca d’Amore ….
Chi sei in verità?
Forse un po’ di noi tutti in divenire, eterno pellegrino, viaggiatore dell’Infinito…
Oh Francesco, porta spalancata dello Spirito….



 Daniel Meurois-Givaudan

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