Ci
sono poche cose che mi affascinano come i neonati.
Ogni
volta che ne vedo uno, non posso fare a meno di guardarlo con attenzione e
chiedergli: chi sei? Da dove vieni? Che mistero si cela in quei tuoi occhi che
ancora non vedono?
No,
forse sarebbe meglio dire che vedono altro.
Nove
mesi nella pancia della mamma, ma, prima di quella pancia c’è la storia dei
suoi genitori, dei suoi nonni e dei trisavoli. E la storia dei suoi genitori e
progenitori è la storia delle loro scelte, delle loro conquiste e dei loro
errori, delle meschinità e delle grandezze. Sulle loro piccole vicende si
inserisce la Storia più grande, quella in cui, anche se non si vuole, si
finisce per venire coinvolti e spesso anche stritolati. E Storia, molto spesso
vuol dire guerra, e dunque odio, violenza, morte – dolori che si tramandano in
modo sottile di generazione in generazione.
Ogni
bambino che nasce viene al mondo con le spalle ricurve come quelle di Atlante.
Soltanto che invece del mondo, regge pagine e pagine di storie – di storie e di
Storia – e sono proprio quelle pagine a far apparire i suoi occhi così stanchi,
così lontani i primi giorni.
Solo
alcuni genitori particolarmente ingenui ed ottimisti possono credere che un
neonato sia una tabula rasa, un blocco di argilla che riusciranno a trasformare,
con il loro amore e la loro buona volontà nell’essere dei loro sogni.
Bisognerebbe essere un po’ meno fiduciosi per rendersi conto che quelle manine,
in realtà stringono una lunga pergamena arrotolata e che, se il padre e la
madre avessero il coraggio di aprirla, vedrebbero che là dentro è già tracciato
a grandi linee, il destino dell’essere
che hanno appena messo al mondo.
Dove
si nasce?
Da
chi si nasce?
Quando
si nasce?
Non
è racchiuso in queste tre domande uno dei grandi misteri che avvolge la nostra
vita?
Si
può venire al mondo infatti, in una villa sull’Aventino o in una baracca di
Nairobi. Si può nascere da genitori amorevoli o alcolizzati, o semplicemente
distratti o devoti amanti della crudeltà. Si può venire abbandonati in un cassonetto
e morire così, in mezzo a plastiche sporche e alla spazzatura putrescente,
oppure essere già eredi, fin dalla nascita, di un impero economico. Si può
avere un padre ed una madre, o soltanto una madre, magari una persona ferita,
debole di mente o, semplicemente incapace di amare. Si può nascere da un grande
amore o da un coito maldestro, nel bagno di una discoteca, come si può venire
al mondo da uno stupro.
E
quando si nasce?
Se
si ha la sventura di farlo nel bel mezzo di una guerra, la paura sarà il nostro
respiro nel mondo. Se invece si viene al mondo di notte, su un barcone di
immigrati, il rischio è quello di morire subito, gettati ai pesci. Si può
nascere in una meravigliosa mattina di maggio, quando le rose sono tutte in
fiore e il profumo dell’aria è un unico inno alla vita, o invece si può venire
al mondo in una notte di tempesta, con il vento che schianta e divelle ogni
cosa, come una mano gelata priva di pudore.
Non
è una ninna nanna, ma un ululato quello che ti accoglie, e quell’ululato è
nuovo e antichissimo. Ti ricorda la storia dei primordi, l’ancestrale che
comunque è dentro di te. Sai che sei un niente disperso in un’immensità e questa
immensità è cieca, prepotente pronta a divorarti e a dimenticarsi di te subito
dopo averti divorato.
Confidi
allora ei tuoi genitori, nella copertina che ti avvolge, nei passi che, per
alcuni istanti, ti sembrano saldi.
Questa
fiducia è la tua unica ancora.
Ci
crederai anche dopo anni, anche quando la realtà ti avrà mostrato l’esatto
contrario. Devi crederci, non puoi fare altro, perché la radice del tuo senso
affonda nel terreno dei tuoi genitori. Comunque vada, sono loro la ragione del
tuo esserci.
Per
quale motivo dovrebbero proteggerti?
Susanna Tamaro (Ogni Angelo è tremendo)
Diego,
io ci sarò a proteggerti sempre e per sempre…Luce!
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