Oggi, mi è
bastato sentire un profumo per ritrovare sensazioni di viaggi lontani, odori e
incontri, volti, luoghi, parole, attese. E tra un ricordo e l’altro, il tempo ha
perso il suo rapporto con lo spazio ed io mi trovo lì, sospesa, fra chiacchere
e sorrisi, curiosità di occhi neri, donne in speranzosa attesa di un futuro
diverso. Il traghetto attraversa il Bosforo accarezzando la città, Istanbul,
l’unica su due continenti, l’Asia e l’Europa, il Mar Nero ed il Mar di Marmara.
Vorrei essere laggiù..e... ci sono…se annuso ancora un po’quel profumo… ci
riesco…Un leggero soffio di rosa e di pistacchio, melograni e mandorle
caramellate. Pigramente, il mio sguardo si volge sulle yali, le case ottomane ed il vento sul mio volto, alleggerisce i
pensieri che volano via con lui. L’aria tiepida è profumata di spezie, da
lontano arriva il rumore della vita, il via vai di gente, i mezzi pubblici
rumorosi e il vociare di chi, in attesa, fa la fila per assaggiare il balik kebab. Il colore del mare, i
palazzi, le vetrine straripanti di dolci turchi, i lokum, cubetti colorati che sembrano caramelle di gelatine alla
ciliegia, al cocco, all’acqua di rose e poi frutta secca, erbe essiccate, miele,
noci, e ancora mandorle. Mi sento come questa città , protesa verso il futuro, nonostante
tutto, ed allo stesso tempo ben ancorata alle mie radici, Istanbul è magica, tutto
ed il contrario di tutto, sospesa tra tradizione e innovazione. E' ottomana, bizantina, turca. Un cuore pulsante, batte forte, forse troppo..come il mio...e guardo con tenerezza questa
città, che così faticosamente va avanti, adagiata sulle sponde del Bosforo. Sorseggio un caffè, aroma forte e polveroso, quello turco va sempre bevuto con calma, a piccoli sorsi e soprattutto seduti, mai di
fretta, e non in piedi, perché come dicono i turchi, una tazza di caffè ha la memoria
di quarant’anni . E solo quando tutto verrà bevuto, qualcuno arriverà,
capolgerà la tazzina e leggerà nei fondi di caffè, il passato e il futuro, le
preoccupazioni antiche e le sorprese che alleggeriranno il cuore e così i sogni potranno continuare ad esistere, "come i semi che sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera. Fidatevi
dei vostri sogni perché in essi è nascosto il passaggio verso l’eternità”. Kahil Gibran.
Attraversando il
Bosforo…..con un profumo....sentito per strada a Milano....
Nessun commento:
Posta un commento