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20 febbraio 2013

C'era una volta la merenda....



E’ in queste giornate così grigie e fredde che mi viene in mente quando da piccola mia nonna mi preparava la merenda. Era un momento bellissimo. La merenda si faceva alle quattro in punto. Un ricordo indelebile fra i tanti della mia infanzia. Una merenda su tutte, la adoravo, era la “tuorlata”. Mia nonna sbatteva il rosso d’uovo con tanto zucchero, almeno due cucchiai, poi aggiungeva un goccio di marsala. Ero felice. La guardavo mentre con la tazza fra le ginocchia, sbatteva fortissimo l’uovo con l’aiuto di due forchette, ero rapita dalla velocità e dalla forza con cui mischiava gli ingredienti e soprattutto dall’amore con cui mi offriva questo “dolce mangiare”…..Amavo mia nonna e le sue merende. Ogni giorno era una sorpresa. Mi preparava, nelle giornate più fredde, una tazza di latte con un po’ di orzo che riempiva di biscotti, fette biscottate e zucchero, mi sedeva poi davanti alla finestra ed imboccandomi, mi raccontava  storie meravigliose guardando i gatti che popolavano il cortile.  Altre volte mi preparava il pane con il burro e lo zucchero e precisava: “questa era la merenda di tua mamma, anche a lei piaceva tanto”. E’ una merenda che a Milano, quelli di una certa età, ricordano. Una merenda semplice, con più o meno burro ma sempre sostanziosa e dolce, per dare la giusta energia e continuare a giocare sino alla sera. Il pane che usava era la michetta, che  buona la michetta! Andava dal prestinè (panettiere) a prenderla, la michetta doveva essere di giornata, croccante, fragrante, semplice ….Altre volte la riempiva con il salame e si divertiva con il dito a bucare la michetta per farmi vedere quanto fosse fresca e sottile la pasta di cui era fatta…Il salame lo comprava mio nonno, decideva sempre lui quale fosse il migliore, il vino lo sceglieva la nonna, a lei piaceva “busciante” frizzantino e dolce.  Si andava tutti in gita a Stradella in provincia di Pavia e a me sembrava un viaggio lunghissimo. Tutta la mia famiglia dedicava un’intera giornata all’acquisto di vino e salame. Ed io tornavo a casa con la pancia piena e la testa che mi girava per tutti gli assaggi fatti. Erano momenti di autentica gioia …….Poi è arrivata la frutta, quella esotica, si diceva fosse ricca di vitamine e facesse proprio bene ai bambini e così iniziò il periodo delle banane, le volevo mature, le altre mi davano fastidio ai denti, ma soprattutto ricordo il divieto assoluto di bere qualsiasi cosa dopo aver mangiato questo frutto nettarino, non ho mai capito perché. Mi nonna paventava che se avessi solo osato bere un goccio d’acqua sarei stata malissimo e mi sarebbe venuto un gran mal di pancia….e così piena di paura mi tenevo la sete sino a sera…ma certamente non rinunciavo a questo strano frutto…..costosissimo a quei tempi…e poi…poi.....sono cresciuta e la merenda non l’ho fatta più. Bastava così poco per essere felici…forse dovremmo tutti tornare a far merenda…..

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