Cerca nel blog

19 marzo 2013

Quando i padri hanno dei progetti, i figli hanno dei destini



 L’ombra più lunga – tre racconti sul padre

Ogni padre è infatti Padre a suo modo, e a modo suo soltanto viene riconosciuto dai propri figli, in un certo senso un po’ diverso per ognuno, ma in fin dei conti sempre lo stesso, uguale per tutti.
 
Seppi, al congedarlo dopo un lungo e doloroso abbraccio, mentre il vento e la polvere ci avvolgevano a quella insolita geografia, che non lo avrei mai più rivisto.

Il giorno seguente, dopo avere esaudito la sua istanza, lasciai la Pampa per non rivederla mai più, se non nei miei più malinconici sogni. E con essa, forse per la prima volta dalla scomparsa di mia madre, lasciai definitivamente alle mie spalle anche l’ombra di mio padre.

L’uomo è l’unico essere vivente per il quale la vittoria nella lotta per la sopravvivenza non coincide necessariamente con quel senso di trionfo che accompagna gli altri rappresentanti delle diverse specie.

Mio padre aveva sempre avuto l’abitudine di irrompere un po’ a sorpresa nella mia vita. Da bambino, ad esempio, mi spaventavo moltissimo quando, immerso nei miei pensieri e avvolto nella mia infantile immaginazione, venivo repentinamente investito dalla Sua profonda voce che, inavvertitamente, sopraggiungeva, insieme a Lui, alle mie spalle.

Mi sentivo come ai margini di una profonda fenditura di quella solida materia su cui fino ad allora era stato elaborato il mio universo; frattura che mi poneva di fronte ad uno strano rimescolamento con altre sfere di realtà: il sogno, l’immaginazione, forse – pensai sgomento – la pazzia. Eppoi, in ultima analisi, la morte!

E forse, ma solo per qualche fugace istante, perché ti manca il coraggio di affrontarlo più a lungo, lo sguardo, quello stesso sguardo che fugacemente hai percepito nello specchio. Ti era sembrato proprio Lui!

E io, con il mio infantile ma non del tutto ingenuo pensiero magico, non desideravo altro che uscisse, che se ne andasse via, fuori di casa, per poter essere finalmente libero di correre, libero di giocare, libero di poter vivere senza il rischio di poterlo infastidire, senza di Lui.

Gianfranco Pecchinenda

Nessun commento:

Posta un commento