L’ombra più lunga – tre racconti sul padre
Ogni padre è infatti Padre a suo modo, e a modo suo soltanto viene
riconosciuto dai propri figli, in un certo senso un po’ diverso per
ognuno, ma in fin dei conti sempre lo stesso, uguale per tutti.
Seppi, al congedarlo dopo un lungo e doloroso abbraccio, mentre il
vento e la polvere ci avvolgevano a quella insolita geografia, che non
lo avrei mai più rivisto.
Il giorno seguente, dopo avere esaudito la sua istanza, lasciai la
Pampa per non rivederla mai più, se non nei miei più malinconici sogni. E
con essa, forse per la prima volta dalla scomparsa di mia madre,
lasciai definitivamente alle mie spalle anche l’ombra di mio padre.
L’uomo è l’unico essere vivente per il quale la vittoria nella lotta
per la sopravvivenza non coincide necessariamente con quel senso di
trionfo che accompagna gli altri rappresentanti delle diverse specie.
Mio padre aveva sempre avuto l’abitudine di irrompere un po’ a
sorpresa nella mia vita. Da bambino, ad esempio, mi spaventavo
moltissimo quando, immerso nei miei pensieri e avvolto nella mia
infantile immaginazione, venivo repentinamente investito dalla Sua
profonda voce che, inavvertitamente, sopraggiungeva, insieme a Lui, alle
mie spalle.
Mi sentivo come ai margini di una profonda fenditura di quella solida
materia su cui fino ad allora era stato elaborato il mio universo;
frattura che mi poneva di fronte ad uno strano rimescolamento con altre
sfere di realtà: il sogno, l’immaginazione, forse – pensai sgomento – la
pazzia. Eppoi, in ultima analisi, la morte!
E forse, ma solo per qualche fugace istante, perché ti manca il
coraggio di affrontarlo più a lungo, lo sguardo, quello stesso sguardo
che fugacemente hai percepito nello specchio. Ti era sembrato proprio
Lui!
E io, con il mio infantile ma non del tutto ingenuo pensiero magico,
non desideravo altro che uscisse, che se ne andasse via, fuori di casa,
per poter essere finalmente libero di correre, libero di giocare, libero
di poter vivere senza il rischio di poterlo infastidire, senza di Lui.
Gianfranco Pecchinenda
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