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29 gennaio 2014

Ossa di vetro...

Mia piccola Amélie, lei non ha le ossa di vetro. Lei può scontrarsi con la vita. Se lei si lascia scappare questa occasione con il tempo sarà il suo cuore che diventerà secco e fragile come il mio scheletro. Perciò si lanci, accidenti a lei!


Amélie e i suoi pensieri: 


Lei certamente non rischia di essere un ortaggio, perché perfino un carciofo ha un cuore. 

Se il dito indica il cielo, l'imbecille guarda il dito.


Tutte le donne vogliono addormentarsi sulla spalla di un uomo.


Sì, ma gli uomini russano ed io... ho l’orecchio musicale.


Fallire la propria vita è un diritto inalienabile.


 L'angoscia del tempo che passa ci fa parlare del tempo che fa.


 Mai fidarsi dei trapezisti... Ti mollano all’ultimo momento.

dal film "Il favoloso mondo di Amélie" 

Sprecare la vita..



Lamentele infime e triviali,
costantemente ripetute,
possono far ammattire un santo,
per tacere di un bravo ragazzo
qualunque (me)
e il peggio è che chi
si lamenta
nemmeno si accorge di farlo
a meno che non glielo dici,
e perfino se glielo dici
non ci crede.

E così non si conclude
niente
ed è solo un altro giorno
sprecato,
preso a calci,
mutilato
mentre il Buddha
siede nell'angolo e sorride.

C. Bukowski

26 gennaio 2014

Oggi è un giorno diverso.....


Oggi, sotto questi splendidi raggi di sole, tutto è illuminato, non ci sono ombre;

Oggi mi sono accorta di come i miei pensieri si fossero arrugginiti;

Oggi ho la vaga sensazione di aver spezzato un incantesimo;

Oggi la luce illumina senza far differenze;

Oggi in realtà non è cambiato nulla ma una sensazione delicata e leggera mi pervade, le piccole gioie, come quando da bambina correvo senza un perché,  correvo e basta.

Oggi, nonostante tutto quello che mi è accaduto nella vita, sono qui a godermi questa splendida luce e  quel senso di oppressione denso come il miele scuro, si scioglie…

Oggi gli occhi si sgranano e dentro deve entrare tutta la luce, sono disposta ad aspettare per l’eternità purchè tutta la luce sia entrata;

Oggi ho l’impressione di essere stata ricompensata per tutto quello che ho fatto e ne sono felice;

Oggi non sento né euforia né tristezza, solo un sentimento forte ma neutrale;


Oggi le cose sono semplici, oggi è un giorno diverso.

25 gennaio 2014

LA PECORA NERA....


Il manicomio è un condominio di santi. So’ santi i poveri matti asini sotto le lenzuola cinesi, sudari di fabbricazione industriale, santa la suora che accanto alla lucetta sul comodino suo si illumina come un ex-voto. E il dottore è il più santo di tutti, è il capo dei santi, è Gesucristo». 

22 gennaio 2014

Cose che sfiniscono....

Stillicidi, ...
  • Le attese grandi e piccole
  • I silenzi che durano giorni.
  • I musi lunghi.
  • La sigaretta.
  • Il rumore in generale.
  • Il cellulare che suona quando dovrebbe essere spento.
  • La gente che parla al cinema.
  • La musica disco sparata a mille in piscina.
  • La radio al mare.
  • Quando non trovo le cose e dimentico il portafoglio a casa.
  • Incontrare amici e famiglia alle feste e che ti guardano con compatimento.
  • Le telefonate dell'amica che parla sempre di lei e dei suoi successi e non ti chiede.
  • I tacchi 14 cm e chi li porta dicendo che sono comodissimi.
  • Le telefonate commerciali e dei testimoni di Geova (oggi ad esempio).
  • Il non voler trattare male gli operatori dei call center ma alla fine li tratti male.
  • Le dimenticanze continue degli altri su di te.
  • Non avere qualcuno che ti aspetti.
  • Tutto quello che non riesco a realizzare.
  • La mancanza di umorismo.
  • L'insoddisfazione .
  • La maldicenza.
  • L'eccessivo puntualizzare.
  • Le troppe domande.
  • Le poche domande.
  • La sensazione di perdere tempo
  • Le persone noiose.
  • Gli stronzi.
  • Le stronze.
  • Le suore mancate.
  • I sorrisi falsi.
  • L'ipocrisia
  • I razzisti
  • La paura
  • I forti coi deboli e i deboli coi forti.
  • Chi non ama, non sa cosa vuol dire e non vuole saperlo.
Le frasi:
  • Lascia perdere.
  • Non serve.
  • Cosa lo fai a fare tanto non cambia nulla.
  • Tanto fanno tutti così. 
  • Ad essere onesti non ci guadagni nulla.
  • Vabbè per una volta.
  • Ma anche no.
  • Quanto cuba.
  • Guarda che ti conviene.
  • Tutti hanno un secondo fine per cercarti..................



ispirato da  G. Gherzi

21 gennaio 2014

Il cuore che ride



La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell'arrendevolezza.

Stai in guardia.
Ci sono delle uscite. Da qualche parte c'è luce.
Forse non sarà una gran luce, ma la vince sulle tenebre.

Stai in guardia.
Gli dei ti offriranno delle occasioni.
Riconoscile afferrale.

Non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.

La tua via è la tua vita. Sappilo finchè ce l'hai.
Tu sei meraviglioso gli dei aspettano di compiacersi in te.

C. Bukowski

19 gennaio 2014

Futuro fragile.....


E’ un racconto che sento molto e per questo lo riporto……oggi…in questa giornata di incessante pioggia, dove ogni goccia tiene il tempo dei miei pensieri e un  ritmo cadenzato fa ballare il mio cuore….

…Prima per scrivere, avevo avuto bisogno di guardare lontano. Avevo guardato molto all’America Centrale. Avevo parlato delle sue capitali, dei suoi bambini di strada, dei suoi barrios poveri.

Poi, ricomincio a guardare anche vicino, alla mia città. Qualcuno parla di “città fragile”, espressione che mi colpisce, che si lega alla sensazione che sto vivendo, che davvero tutti noi stiamo diventando un po’ più fragili.
Lo intuisco dalle telefonate degli amici, con gli elenchi degli impegni, da un affanno che avverto nelle persone. Una sensazione di debolezza e smarrimento, le vite sempre in rincorsa di qualcosa che sfugge, non si fa afferrare. Tanta ansia: d’esserci, d’apparire, di mostrarsi sempre all’altezza.
Manca il tempo, diventati più difficili gli incontri, insidiati dalla velocità, dalle mille scadenze in agguato. Complicato mettere insieme gli orari, la lista degli impegni di ognuno è diventata imprevedibile.
Negli intervalli le frasi al telefono: il come stai? Come va? Lavita? L’amore?
Poi di nuovo, la corsa. Corpi impegnati a reggere, facile scoppiare. Ogni tanto un pianto improvviso, subito represso con vergogna:”Scusa, è un momento, scusami è già passato, finito”.
Si cerca il proprio posto. O almeno un indizio. Che ci sia, ci possa essere. Un posto anche piccolo, in cui sia possibile per un attimo sostare, riprendere fiato.
Futuro fragile. Dove sta? Cosa riserva? Anni spesi ad aspettare un futuro, come si attende l’estrazione di un numero fortunato alla lotteria.
Finchè un giorno ho l’immagine di un gran corteo, che prende e invade la città, ci sono dentro tutti, anch’io. Una folla di attori stralunati, in prima fila i più stralunati, in prima fila i più riconoscibili: quelli che urlano, quelli che la paura, quando arriva ti rende pazzo, quelli che non riescono a fermarsi un attimo, neanche se gli sapri. Dagli altri, dietro, esce un gran brusio e tanti lamenti.
Che ti senti solo, molto, troppo.
Che tutto scappa via e ti molla.
Che sembra sempre di stare sospesi, appesi.
Che forse una volta sei stato qualcosa, ma adesso non ricordi più.
Che tanto, comunque, niente ha senso.
Che ogni cosa, oggi c’è, ma domani non si sa…
E che il domani quando arriva è un altro oggi impaurito.



Delle vite fragili….dal libro di Gianluigi Gherzi “ Atlante della Città fragile”

17 gennaio 2014

Consolazione di riso al latte in una fredda giornata di gennaio...


Consolazione di riso al latte

Ti ricordi il mio sogno del riso al latte all’ inizio del libro? Non riesco a immaginare un dolce altrettanto sensuale… Questa ricetta è per otto persone, ma mi sembrerebbe un crimine cucinarne meno. Io posso divorarlo tutto quanto senza battere ciglio e non vedo perché dovrebbe essere diverso per te, lettore o lettrice. Se proprio dovesse avanzarne un po’, puoi conservarlo in frigorifero o meglio, se non ti manca il buon umore, ricoprire il tuo amante dalla testa ai piedi con i lussuriosi chicchi per poi leccarli con dedizione certosina. In un caso come questo, si può decisamente chiudere un occhio sull’eccesso di calorie.


Ingredienti
- 1/2 tazza di riso
- 10 tazze di latte
- 2 tazze di zucchero
- 1 stecca di vanìglia
- 1 cucchiaio di cannella in polvere
- 1 pezzetto di scorza di limone
- 4 tazze d’acqua tiepida

Esecuzione:
Lascia a bagno il riso nell’acqua tiepida per mezz’ora. Scolalo. Fallo bollire nel latte con il bastoncino di cannella fino a quando sarà morbido (più o meno per mezz’ora). Unisci lo zucchero e la scorza di limone e lascia bollire piano a fuoco basso, mescolando di tanto in tanto per non farlo attaccare fino a quando si sarà asciugato (su per giù un’altra mezz’ora). Mettilo in un piatto di portata, lascialo raffreddare in frigorifero e prima di servirlo copri con un velo di cannella in polvere.

Isabel Allende

dove sarai perduta....

Dove sarai perduta

adesso che è passata,
che ogni cosa è al suo posto
e ognuno ha avuto il suo.
Che ognuno ha saputo quel che vale,
che ogni distanza non è stata colmata,
che ogni speranza
è rimasta tale.
Dove sarai perduta
adesso che la vita
si è mostrata per quello che è
e ti ha lasciata dove ti aveva trovata.
E tutto il tuo tormento
è rimasto indietro
a guardarsi allo specchio,
a contarsi le rughe.
Al suo posto il destino
molto più crudele
ti ha rubato perfino
ciò che non avevi.
Dove sarai perduta
stanotte nel tuo letto
senza futuro e storia
né voce né memoria.
Sul comodino accanto
tutti i sensi di colpa
per bancarotte e naufragi
che non sono tuoi.
Allan Slowal

12 gennaio 2014

Teniamoci stretti che c'è vento forte....


Teniamoci stretti che c’è vento forte
che ci porta via
teniamoci stretti facciamoci stretti
bellezza mia
abbracciamoci coi bracci
aggambiamoci con le gambe
addentiamoci
annodiamo i nostri capelli ai nostri capelli
incastriamoci le dita dei piedi
diamoci le mani
guardiamoci senza mai dimenticarci di guardarci
dentro gli occhi
c’è un vento così forte
che ci porta via

teniamoci stretti che c’è vento forte
ancoriamoci
l’una all’altro
l’altro all’una
finché non calma
e se non calma
perché potrebbe non calmare – bada – potrebbe
se ci molliamo

saremo scaraventati via lontano
sarà poi difficile trovarci
forse impossibile
dimenticheremo le nostre voci
le nostre facce
dimenticheremo ciò che ci piaceva dirci e farci

dunque
teniamoci stretti che c’è vento forte
bellezza mia

ti tengo stretta
mia unica bellezza
che tu mi tieni

ed io sia maledetto
sia maledetto io, non dio

se mollo questa presa di salvezza


G. Catalano

10 gennaio 2014

A volte bisogna mollare....


A volte  bisogna fermarsi e ricentrarsi.

Quando intorno il tuo spazio è occupato da gente che pensa meschinità, immagina meschinità, discute di meschinità come se stessero risolvendo la fame nel mondo……...bisogna fermarsi ed allontanarle.
Loro occupano il tempo preparando il terreno per quella sarabanda di accuse, scuse, recriminazioni e ricatti senza fine, contro tutto e tutti, del resto sono gli unici argomenti di conversazione, per i prossimi decenni, quelli che li separano dalla morte. L’importante è avercela con qualcuno, un vicino che non lava le scale, un cane che perde i peli, uno che non spegne la luce nelle stanza, e via così. La creazione di un nemico comune è fondamentale per dare un senso alla loro vita. Senza nemico che campiamo a fare? E’ tutto falso movimento per tenersi la mente e le giornate occupate dall’odio e dalla rabbia.

E poi ..e poi ci sono quelli che vivono senza gusto, quelli che gli basta aprirsi una scatoletta di tonno scelta a caso sullo scaffale del supermercato che mangiano da soli, in una cucina color verde citrino, al buio, in piedi, davanti alla porta di un frigorifero aperto , rigorosamente vuoto. Una carota avvizzita ed una costa di sedano “maron” a fargli compagnia.
Quelli che non partecipano, che non vivono, che fanno i guardoni, quelli che per paura di dire la loro opinione, di diventare “il  nemico”di quelli di cui sopra, decidono di diventare trasparenti, di attraversare la vita da morti.

Non ci si può curar di loro, non sono salvabili e non vogliono essere salvati.

Bisogna invece salvarsi, semplicemente salvarsi, scrollandosi di dosso tutto, con un movimento scuotente così come fanno i cani quando escono dall’acqua. Sparano via le gocce in eccesso ed aspettano di asciugarsi…..

Raccogliere i cocci della propria vita e farne tesoro, il dolore si attraversa, la sofferenza si sceglie.

A volte ci si ferma per tentare di salvare qualcuno, nella speranza di riuscirci, ma nella maggior parte delle volte si perde tempo…. Inutile domandarsi il perché di tanta miopia, vergognarsi per aver provato, si sbaglia……punto, il senso lo si capisce dopo, più avanti ed allora tutto sarà più chiaro ed avrà un significato.

Ora no.

Ora bisogna mollare, mollare, mollare e chissenefrega!




07 gennaio 2014

Il mio augurio!

Vedere il mondo, raggiungere mete pericolose, guardare oltre i muri, avvicinarsi, trovarsi l'un l'altro e sentirsi, questo è lo scopo della vita!"

E’ questa la frase portante che regge tutto il film di Ben Stiller “I sogni segreti di Walter Mitty” e forse a pensarci bene dovrebbe essere il motto fondante per tutti, almeno per me lo è…Sicuramente per tutti quelli che hanno in tasca un quaderno di viaggio ma non sono mai partiti, per tutti quelli che non si manifestano nel mondo perché hanno paura e si trincerano dietro una sequela infinita di ma e di se…per tutti quelli che si nascondono dietro un social network pensando che altrimenti non sarebbero interessanti e da questo virtuale spazio, si inventano una vita che vorrebbero avere ma che non hanno, per tutti quelli che hanno paura di entrare in contatto davvero con l’altro..perchè toccarsi e sentirsi…è pura emozione e si sa..le emozioni fanno sentire vivi…
E’ un motto che pensarlo risveglia la magia che c’è dentro ciascuno di noi, è illuminante nella sua semplicità, fa bene al cuore ed allo spirito…ed ogni mattina…va ripetuto come un mantra sino a che il miracolo finalmente…si possa compiere…
  innamoratevi quindi di quello che volete purchè il vostro spirito sia sempre in uno stato di esaltazione così che la vita ordinaria che ci circonda abbia in voi del materiale esplosivo”
Che sia davvero un buon anno per tutti......


06 gennaio 2014

Space Oddity


SPACE ODDITY
Ground Control to Major Tom
Ground Control to Major Tom
Take your protein pills
and put your helmet on

Ground Control to Major Tom
Commencing countdown,
engines on
Check ignition
and may God's love be with you

(spoken)
Ten, Nine, Eight, Seven, Six, Five, Four, Three, Two, One, Liftoff

This is Ground Control
to Major Tom
You've really made the grade
And the papers want to know whose shirts you wear
Now it's time to leave the capsule
if you dare

This is Major Tom to Ground Control
I'm stepping through the door
And I'm floating
in a most peculiar way
And the stars look very different today

For here
Am I sitting in a tin can
Far above the world
Planet Earth is blue
And there's nothing I can do

Though I'm past
one hundred thousand miles
I'm feeling very still
And I think my spaceship knows which way to go
Tell my wife I love her very much
she knows

Ground Control to Major Tom
Your circuit's dead,
there's something wrong
Can you hear me, Major Tom?
Can you hear me, Major Tom?
Can you hear me, Major Tom?
Can you....

Here am I floating
round my tin can
Far above the Moon
Planet Earth is blue
And there's nothing I can do.
STRANEZZA SPAZIALE 
Torre di Controllo a Maggiore Tom,
Torre di Controllo a Maggiore Tom,
Prendi le tue pillole di proteine e mettiti 

il casco.

Torre di Controllo a Maggiore Tom
comincia il conto alla rovescia,
accendi i motori,
controlla l'accensione
e che Dio ti assista.

(parlato)
Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque,
quattro, tre, due, uno, Partenza

Questa è la Torre di Controllo
a Maggiore Tom,
Ce l'hai proprio fatta
E i giornali vogliono sapere che marca 

di camicia porti
E' arrivato il momento di lasciare la capsula

se te la senti.

Qui è Maggiore Tom a Torre di Controllo,
Sto uscendo dalla porta
E sto galleggiando nello spazio
in modo strano
E le stelle sembrano molto diverse oggi.

Perché
Sto seduto in un barattolo di latta,
Lontano sopra il mondo,
Il pianeta Terra è blu
E non c'è niente che io possa fare.

Malgrado sia lontano
più di centomila miglia,
Mi sento molto tranquillo,
E penso che la mia astronave sappia

dove andare
Dite a mia moglie che la amo tanto,
lei lo sa

Torre di Controllo a Maggiore Tom
Il tuo circuito si è spento,
c'è qualcosa che non va
Mi senti, Maggiore Tom?
Mi senti, Maggiore Tom?
Mi senti, Maggiore Tom?
Mi senti......

Sono qui che galleggio
attorno al mio barattolo di latta,
Lontano sopra la Luna,
Il pianeta Terra è blu

E non c'è niente che io possa fare

05 gennaio 2014

La tua canzone...



OGNUNO DEVE AVERE LA SUA SUA CANZONE TUTTI DEVONO SAPERLA CANTARE---

..................C'è una tribù in Africa, dove la data di nascita di un figlio non viene conteggiato da quando nasce, né da quando è concepito, ma dal giorno in cui il bambino era un pensiero nella mente di sua madre. E quando una donna decide che avrà un bambino, va fuori e si siede sotto un albero, da sola , e ascolta fino a quando può sentire il canto del bambino che vuole venire. E dopo aver sentito la canzone di questo bambino, lei torna da colui che sarà il padre del bambino, e la insegna a lui. E poi, quando fanno l'amore per concepire fisicamente il bambino, per un po' di tempo cantano la canzone del bambino, come un modo per invitarlo.

E poi, quando la madre è incinta, insegna la canzone del bambino alle levatrici e alle vecchie donne del villaggio, in modo che quando il bambino è nato, le donne anziane e le persone intorno a lei cantino la canzone del bambino per accoglierlo. E poi, come il bambino cresce, agli altri abitanti del villaggio viene insegnata la canzone del bambino. Se il bambino cade, o si fa male al ginocchio, qualcuno lo raccoglie e gli canta il suo canto. O se il bambino fa qualcosa di meraviglioso, o partecipa ai riti della pubertà, allora come un modo per onorare questa persona, la gente del villaggio canta la sua canzone.
Nella tribù africana c'è un'altra occasione su cui gli abitanti del villaggio cantano al bambino. Se in qualsiasi momento durante la sua vita, la persona commette un crimine o un atto sociale aberrante, l'individuo è chiamato al centro del paese e le persone della comunità formano un cerchio intorno a lui o lei e poi gli cantano la sua canzone. La tribù riconosce che la correzione per un comportamento antisociale non è la punizione, ma è l'amore e il ricordo della propria identità. Quando si riconosce la propria canzone, sparisce la voglia o il bisogno di fare cose che possano ferire un altro.
E va così la loro vita. Nel matrimonio, le canzoni sono cantate, insieme. E infine, quando questo bambino è sdraiato sul letto, pronto a morire, tutti gli abitanti del villaggio conoscono il suo canto, e cantano, per l'ultima volta, il canto a quella persona........

La verità...



La verità è una coperta che ti lascia scoperti  i piedi.










03 gennaio 2014

Breve dialogo sul concetto di mancanza in amore...


 - quando non ci sei mi manchi

- e quando son con te?

- vorrei non ci fossi
- così ti mancherei

- esatto
- potremmo non vederci mai più

- così mi mancheresti sempre
- geniale

- allora ciao
- allora addio

- già mi manchi un po’
- impossibile, son ancora qui

- va bene, addio
- un’ultima sigaretta?

- ho smesso un anno fa
- dai, è un occasione importante

- ma tu non fumi
- è vero

- ho delle cioccolate
- fondenti?

- fondentissime
- ok

- avresti mai detto che sarebbe finita così?
- sì, con te sì

- come sì con me sì?
- sei sempre stato strano, fin dal primo bacio

- solo perché son svenuto dopo averti baciata?
- ti sembra poco?

- avevo il calo di zuccheri e l’emozione a palla
- e quella volta vola che volevi picchiare il benzinaio perché dicevi che mi guardava in modo concupiscente?

- sai che son sempre stato geloso dei benzinai, è un mio punto debole
- va bene, ora vado

- se mi manchi troppo posso chiamarti al telefono?
- non penso funzioni così

- quindi a Natale non ci facciamo il regalo?
- direi proprio di no

- e tu potrai baciare altri, benzinai compresi?
- sì

- ma tutto ciò è terribilmente spaventosamente terribile
- lo è

- facciamo che tutto questo era un incubo e noi ci svegliavamo nello stesso letto e mentre facevamo colazione con le uova fritte io te lo raccontavo e ci ridevamo su?
- sei sicuro?

- no, però facciamolo
- ci sto, però cerca di sentire un po’ la mia mancanza

- sempre
- spesso

- non mancherò


G. Catalano

02 gennaio 2014

La ricchezza...


Pensando ai soliti acciacchi
e le scadenze alle porte
me ne vado a prendere il tram.
D’un tratto mi accorgo di te,
interessante signore di città.
Hai fermato
la rossa fiammante
vettura sportiva
con lo stemma che fu di un guerriero volante.
Scendi inclinando la testa
ravviando i bianchi capelli
già pettinati e ondulati.
Brilla elegante
il prezioso orologio sul polso.
Noto sorpreso
che segna la stessa ora del mio…
La pelle abbronzata del viso
lascia intendere creme antirughe
e il vestito racconta
di esser tagliato a misura.
Con passo sicuro
giri dall’altra parte:
tendi piano la mano
alla ragazza tanto avvenente.
Lei allunga
la già lunga gamba.
Quindi scende
ed inizia a sfilare.
La segui e la sfiori soltanto
su un fianco
mentre entrate in un magico hotel.
E le chiavi le tiri al ragazzo.
Perfetto.
E’ mentre svanite nel caro caveau
del bel sentimento
che penso
come saresti ricco
se avessi
la gioventù.
Allan Slowal

01 gennaio 2014

Colui che non sa nasconder ciò che pensa deve in questo paese trovar breve dimora.




Alceste:

La stima ha fondamento su qualche preferenza e stimare tutti è lo stesso che non stimar nessuno.

Riscontro dovunque solo vili lusinghe, ingiustizia, interesse, scaltrezza, tradimento; non posso contenermi, mi adiro, e mi propongo di mandare all'inferno tutto il genere umano.

Quando vedo gli uomini comportarsi tra loro così come fanno, mi sento prendere dal più tetro e profondo malumore. Dappertutto non scorgo che bassa adulazione, ingiustizia, interesse, tradimento, intrigo.

Odio gli uomini tutti: gli uni perché malvagi e di cattive azioni; gli altri perché ai malvagi mostrano compiacenza, E non hanno per essi quell'odio vigoroso che il male deve sempre destare negli onesti.

La perfetta ragione rifugge dagli estremi, e ci vuole virtuosi in tutta sobrietà.

È invero una pazzia non seconda a nessuna avere la pretesa di correggere il mondo.

Abbiate pure cento belle qualità, la gente vi guarderà sempre dal lato più brutto.

Non fa per me chi ama tutto il genere umano.

Più si ama qualcuno, meno lo si lusinga.

L'amore vero è quello che non perdona nulla.

Colui che non sa nasconder ciò che pensa deve in questo paese trovar breve dimora.



Il misantropo di Molière